Sant’Apollonia Scempio senza fine Scarabocchi e oscenità nel chiostro

Graffiti e mura scrostate vicino all’ex monastero. Lo sdegno di Natali: "Ennesima vergogna per la città"

"Odia il capitale", "Free for...", "Salvini m...", "Morte alla Repubblica". Il chiostro di Sant’Apollonia – al netto di proclami, promesse e piani di riqualificazione vari ed eventuali – resta quello che è da un pezzo.

E cioè un’enorme lavagna sopra la quale chiunque si sente legittimato a scribacchiare liberamente a ogni ora del giorno e della notte. E dire che il chiostro della Badessa del vecchio monastero sarebbe (e a questo punto il condizionale va sottolineato almeno tre volte con l’evidenziatore) un autentico gioiello a due passi dal Duomo da curare e valorizzare.

Nulla da fare: mura scrostate, tavoli di plastica imbrattati, sporco per terra a far da corredo ai ’capolavori’ degli imbrattatori che qui val la pena distinguere dai writer i quali, sebbene abbiano altri luoghi riservati ad esprimere la loro arte, quantomeno curano le realizzazioni ed evitano di scrivere volgarità e vergare scarabocchi d’ogni tipo. Non più tardi di un paio di estati fa la Regione promise di intervenire quanto prima con "un piano di valorizzazione del luogo come polo di aggregazione e cultura" ma agli annunci non ha fatto seguito praticamente nulla. E così il chiostro, che ospita anche la mensa universitaria e un centro sociale, resta in condizioni pietose.

"Una vergogna, ma non mi meraviglia. E’ lo specchio di questa città" tuona Antonio Natali, storico dell’arte e già direttore degli Uffizi, uno che la bellezza la mastica da una vita e di fronte a uno scempio simile stringe le spalle e ricorda due sue vecchie mostre. "Organizzai ormai vent’anni fa due rassegne, il titolo era ’L’eredità immeritata’..." ricorda riferendosi senza troppi fronzoli a una città "che si crede grande conservatrice della sua storia ma che nei fatti non lo è in alcun modo".

"Quella del chiostro di Sant’Apollonia, le cui immagini parlano da sole, è solo l’ennesima riprova di come Firenze non faccia niente per i tesori che ha ereditato. – prosegue lo storico – Tutto ruota intorno a simboli consolidati che portano soldi, penso al David o a Botticelli, non ci sono mai guizzi, manca il coraggio di proporre o riscoprire altro, anche nelle mostre".

"Io faccio sempre un esempio, – aggiunge poi – quello del chiostrino dei Voti della Santissima Annunziata, un luogo meraviglioso con le opere di Andrea del Sarto e del Rosso Fiorentino che solo grazie all’associazione ’Friends of Florence’ è stato rimesso a nuovo dall’impiantito al lucernario. Gli americani hanno fatto quello che i fiorentini non avrebbero mai fatto...".

La questione di Sant’Apollonia è da un pezzo anche faccenda politica. Se n’è occupato in passato l’attuale vicecoordinatore di Fratelli d’Italia a Firenze, nonché ex presidente del movimento Azione Universitaria, Giovanni Gandolfo che definisce "vergognose le condizioni di incuria in cui versa una struttura di enorme valore storico e artistico".

"La Regione e le istituzioni intervengano una volta per tutte sanando questo scempio che dura ormai da troppi anni. – attacca l’esponente del centrodestra – Nonostante gli annunci e timidi provvedimenti si registrano infatti ancora fenomeni di spaccio e degrado ai danni di tutti i residenti del rione. Per giunta tale situazione offre uno spettacolo dall’esteno indegno per tutti i turisti che accorrono per visitare il cenacolo. I fiorentini, gli studenti del nostro ateneo e i turisti meritano che questa struttura sia riqualificata nella sua interezza e bonificata da fenomeni di criminalità e abusivismo, che non sono degni del modello di “Città Universale” di cui Nardella parla". "Quali sono i tempi per la messa in atto delle conclusioni emerse dal percorso partecipato approvate dalla giunta regionale nel luglio 2020?" chiede infine Gandolfo.

Emanuele Baldi

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro