E’ la notte dei desideri, quella per cui vale la pena guardare il cielo e pensare al bello del futuro. A Firenze San Lorenzo è una serata molto sentita, come San Giovanni e la Rificolona. È la festa che premia l’impegno del Centro commerciale naturale di San Lorenzo, degli operatori del Mercato Centrale, di Confesercenti e Confcommercio. Dei tanti volontari (inclusi quelli della Croce Rossa) che rendono ancora più importante l’appuntamento. Il 10 agosto San Lorenzo significa stare davanti alla basilica: per le celebrazioni religiose, ma pure per parlare, socializzare, ascoltare musica. Il tutto col classico menù pasta al ragù, yogurt, panna, cocomero: il Consorzio del Mercato Centrale offre 2 tonnellate di angurie. I partner sono Conad Nord Ovest, Mukki, Associazione cuochi fiorentini e Unione cuochi toscani, la maglietta è offerta da Fabrizio Bitossi, titolare di attività commerciali del centro.
"Questa festa - spiega il presidente del Ccn di San Lorenzo Riccardo Bartoloni - è un omaggio alla memoria storica della città. Un momento di ritrovo con la comunità, per festeggiare il co-patrono e apprezzare una volta di più la bellezza che ci circonda". "San Lorenzo è un quartiere dove il commercio di vicinato fa rete, mantiene salde le relazioni sociali e tiene vivo il legame con la tradizione e il miglior spirito della fiorentinità - sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano -. Questa serata ci permette di stare insieme all’insegna dei valori che ci rappresentano e di restituire alla città un po’ di quanto ci regala ogni giorno".
Il presidente del Consorzio Mercato Centrale Massimo Manetti osserva che si tratta di "un appuntamento ormai fisso, la festa del nostro quartiere e ricorda la nostra storia". Per l’assessore Giovanni Bettarini è "una tradizione viva che si rinnova grazie alla collaborazione di tante persone e associazioni". "Il 10 agosto - conclude Santino Cannamela, presidente Confesercenti Firenze - è un evento che unisce commercio, cittadini, istituzioni, dalla Città metropolitana a Palazzo Vecchio all’Arcidiocesi. E’ un momento importante di coesione e celebrazione della storia di Firenze".
Niccolò Gramigni