San Giovanni Battista, l'omelia di Betori: "Firenze coltivi la pace"

L'arcivescovo di Firenze ha celebrato la messa in Duomo nel giorno del Santo patrono della città

Il cardinale Betori (New Press Photo)

Il cardinale Betori (New Press Photo)

Firenze, 24 giugno 2022 - San Giovanni Battista, patrono di Firenze, è stato celebrato questa mattina nella cattedrale di Santa Maria del Fiore con la santa messa officiata dall'arcivescovi di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori. Riferimenti al Santo, alla sua missione come Servo di Dio, ma anche parole di pace citando il sindaco Giorgio La Pira. Così Betori ha aperto il rito sacro che di fatto inaugura una giornata molto sentita dai fiorentini e che sarà ricca di iniziative tutte da vivere, dopo i lunghi anni di stop dettati dalla pandemia. 

Firenze "deve saper coltivare la chiara identità" tracciata per lei dal suo sindaco 'santo' Giorgio La Pira laddove diceva: "La mia dolce, misurata e armoniosa Firenze creata insieme dall'uomo e da Dio, per essere come città sul monte, luce e consolazione sul cammino degli uomini" e "Vorremmo che tutti i tesori di storia, di grazia, di bellezza, di intelligenza e di civiltà, che la Provvidenza ha 'accumulato' a Firenze, costituissero essi stessi un gigantesco messaggio di pace rivolto a tutti i popoli della terra". Ha detto l'arcivescovo Betori nell'omelia pronunciata stamani in Duomo durante la messa. "In questo orizzonte alto - ha aggiunto - vanno compresi gesti come l'incontro dei vescovi e il forum dei sindaci del Mediterraneo del febbraio scorso, consapevoli ovviamente che la nostra non potrà mai essere imitazione del 'sindaco santò, ma doverosa attestazione della perenne vitalità della sua memoria, pur nelle inevitabili contraddizioni che porta in sé fare qualcosa".

"Il Battista, come il Servo, ha ricevuto una missione da Dio, quella di farsi strumento di manifestazione della sua parola - 'spada affilata' e 'freccia appuntita' -, in grado di trafiggere il cuore dell'uomo per risanarlo dalla sua tossicità. È questa una missione che incontra ostacoli, impedimenti, perfino insuccessi che potrebbero indurre alla resa. È quanto potrebbe accadere di fronte a una concezione della vita non accolta come dono, ma pensata come un bene di cui disporre in modo assoluto, dimenticando che un bene, come la vita, la nostra e degli altri, va costudito e tutti dobbiamo sentirci responsabili della sua cura, evitando la logica della rinuncia", ha detto ancora nell'omelia Betori che ha poi parlato della "mistificazione con cui le istituzioni europee parlano di aborto e cercano di convincerci che una tragedia si debba trasformare in un diritto. Siamo di fronte a una cultura e a progetti di legislazione che come cristiani non possiamo accettare e che dobbiamo contrastare in ogni sede, senza paura di ribadire che la vita è sempre un dono".

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