L'immunologo: "AstraZeneca poco efficace, ma non pericoloso. Servono ulteriori test"

Il professor Sergio Romagnani, professore emerito di Immunologia clinica e medicina Interna dell’Università di Firenze: "Potrebbe non frenare il contagio"

Il professor Sergio Romagnani, immunologo

Il professor Sergio Romagnani, immunologo

Firenze, 17 marzo 2021 - «Non è vero che tutti i vaccini sono uguali». Lo sostiene da tempo Sergio Romagnani, già professore di Immunologia clinica e medicina Interna e professore emerito dell’Università di Firenze. Professore, può spiegare meglio? «Ho scritto più volte in precedenti occasioni e ho anche inviato una documentazione ad Aifa, in tempi non sospetti, sul fatto che il vaccino di AstraZeneca abbia limiti importanti, non tanto sulla sicurezza quanto piuttosto sull’efficacia, che lo rendono inferiore agli altri due attualmente disponibili, Pfizer e Moderna».  Quali sono i limiti di AstraZeneca? «I dati emersi dalla sperimentazione e resi pubblici dimostrano un’efficacia protettiva del vaccino del 60% contro lo sviluppo di malattia grave e morte nei soggetti di età inferiore ai 55 anni e una protezione solo del 3% nei confronti dell’infezione asintomatica e quindi questo vaccino potrebbe non frenare la trasmissione del contagio».  Degli effetti avversi può dire qualcosa? «Sullo sviluppo di tromboembolie non ho i dati per potermi esprimere, ma se tanti paesi procedono con grande cautela avranno le loro motivazioni. E’ un bene che le autorità facciano le loro verifiche, una dimostrazione di serietà che tutela la salute collettiva».  Molte persone che hanno effettuato la prima dose sono preoccupate per la loro salute.  «Non devono. Gli episodi sono rarissimi ed emergono a ridosso della somministrazione».  E chi ha perplessità sull’effettuazione della seconda dose come si deve comportare? «Mi sembra che stia emergendo l’orientamento di fare una sola dose, che sembra offrire una protezione del 70%, percentuale che addirittura si abbassa se viene effettuato il richiamo entro la terza settimana, come era previsto negli studi iniziali. Per questo la seconda iniezione viene fatta dopo 12 settimane».  Ma chi l’ha già fissata può stare tranquillo? «Chi non ha avuto reazioni alla prima inoculazione è difficile che ne abbia alla seconda. Ma speriamo di avere presto risposte più precise dai dati scientifici».  La trombosi cerebrale è un evento molto raro che può essere causato anche da reazioni infiammatorie gravi, motivo per cui sarebbe consigliato il test sierologico per sapere se si è avuto il Covid prima di vaccinarsi. «Sarebbe buona pratica. Si ritiene che circa metà delle persone infettate non sappia di avere avuto il Covid, perché ha subito probabilmente un’infezione senza alcun sintomo. E chi ha avuto l’infezione naturale può aspettare a fare il vaccino perché già possiede un grado elevato di protezione e può fare una sola dose di richiamo a distanza di tempo». 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro