
Uno scatto di Giovanni Spadolini nella sua casa a Pian dei Giullari
Firenze celebra oggi i cento anni della nascita del suo ’Professore’. Nasceva il 21 giugno del 1925 Giovanni Spadolini, lo storico, il giornalista, l’uomo delle istituzioni noto per la straordinarietà della propria cultura, detentore della prima cattedra di Storia Contemporanea alla Cesare Alfieri di Firenze. Il Professore, lo statista, che nel 1974 ha fondato il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, ponendo l’accento sull’urgenza e sulla necessità di destinare fondi e, soprattutto, attenzioni all’immenso patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, allora in pieno disfacimento. Oggi, Spadolini, avrebbe compiuto esattamente 100 anni e la città lo ricorda con due eventi.
Il primo di carattere decisamente istituzionale, con l’inaugurazione all’Archivio di Stato di Firenze della mostra ’Giovanni Spadolini. La nascita del Ministero della Cultura. L’uomo, l’eredità’. Presenti il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il direttore generale Archivi, Antonio Tarasco, il presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Cosimo Ceccuti e la padrona di casa, Paola d’Orsi. Il secondo evento, più intimo, sul filo della memoria, lo si incontrerà quasi per caso camminando per via Martelli e posando l’occhio sulla vetrina della Libreria Giorni, da ieri interamente popolata dalle opere di Giovanni Spadolini, restituite un secolo dopo allo stesso seminterrato dove il giovane Giovanni, liceale al "Galileo" pochi passi più avanti, tra il 1935 e il 1943 divorava volumi "non allineati" al fascismo.
"Un antro modesto e umbratile - ricorda Ceccuti -, "officina di libertà intellettuale" dove il futuro premier scoprì Gobetti e Salvemini, grazie al coraggio clandestino del vecchio libraio Montelatici". L’esposizione, curata da Francesco Piattoli, ricrea l’emozione di quegli anni, mettendo in scena un giovanissimo ’Spadolini lettore’. All’archivio, invece, con una mostra ricchissima fatta di documenti straordinari sull’origine del Ministero, si racconterà lo ’Spadolini legislatore’, ricostruendo il clima dell’epoca, attraverso immagini, testimonianze e curiosità di ogni genere, per un’esperienza che varrà la pena vivere da parte dei visitatori.
Due capitoli di una stessa avventura civile, dunque, che Firenze ha deciso di far dialogare. Perché, cent’anni dopo, Spadolini continua a indicarci la via: prima si legge, poi si legifera – e, se possibile, si fanno entrambe le cose con la medesima passione.
Caterina Ceccuti