Rogo di Ponte a Greve, interrogati gli operai

Nel mirino della procura le modalità di lavorazione della posa sul tetto, da dove è partito l’incendio. Summit tra gli inquirenti

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

La guaina bituminosa che avrebbe dovuto impermeabilizzare la copertura del centro commerciale Coop di Ponte a Greve è stata posata ’a freddo’, oppure per far meglio aderire le strisce, lunghe 10 metri, larghe uno, autoincollanti, è stato usato anche il calore?

C’è stata una disattenzione, o soltanto un imprevisto incalcolabile, all’origine del rogo che ha devastato in poche ore uno dei punti vendita di punta della grande cooperativa, mettendo in crisi una realtà produttiva e lavorativa che va oltre la catena di grande distribuzione?

Sono domande che, a spron battuto, il pubblico ministero Christine Von Borries sta facendo agli operai della ditta che stava lavorando sul tetto del centro commerciale quando, nel primo pomeriggio di giovedì, sono divampate le fiamme.

Gli interrogatori sono cominciati venerdì, e andranno avanti anche nelle prossime ore. Inoltre, subito dopo il sopralluogo che la procuratrice ha voluto fare personalmente a Ponte a Greve, accompagnata dal comandante provinciale dei vigili del fuoco Gennaro Tornatore, sono state assegnate agli investigatori alcune deleghe, per il momento top secret. Ma anche se segreta, si intuisce che l’indagine mira ad accertare il tipo di lavoro richiesto dalla Coop alla ditta che doveva impermeabilizzare il tetto e come questo aveva dichiarato di operare. E come si è effettivamente comportata.

Tutto questo servirà anche a stabilire se un intervento potenzialmente pericoloso come quello - a maggior ragione se non limitato alla posa ’a freddo’ - si potesse fare con il centro commerciale in funzione, con personale al lavoro e clienti a fare la spesa.

Dal summit investigativo delle scorse ore, trapela che nella settimana che sta per cominciare, la procura potrebbe anche assegnare una consulenza.

E forse sarà quello il punto di svolta per eventuali contestazioni formali. Al momento, c’è solo un fascicolo aperto contro ignoti in cui si ipotizza il reato di incendio colposo.

Ma c’è anche la disarmante devastazione lasciata dal fuoco, che ha trovato nella copertura di lamelle di legno e alluminio terreno fertile. Una sorta di ’camino’, che bruciava da sotto, lentamente e inesorabilmente, da complicare la vita ai vigili del fuoco che, in situazione analoghe, sarebbero intervenuti segando il tetto ma che stavolta, proprio per la particolare conformazione della copertura sovrastante l’area del supermercato, non è stato possibile.

E quella è la parte più seriamente compromessa, a cui fa seguito l’inevitabile deterioramento delle merci, distrutte dal fuoco o impregnate dall’odore acre del fumo.

Per la stima dei danni servirà ancora un po’, ma sono altissimi. Dovranno restare ferme le attività della galleria commerciale: anche se graziate dalle fiamme, il centro commerciale è inagibile. Oltre che sotto sequestro, per una parte.

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