La rivolta dei baristi: "Caffè a 50 metri? Le persone ora hanno ancora più paura"

Gestori preoccupati per gli effetti della nuova ordinanza. L'annuncio choc di Cursano (Confcommercio): "Chiudo il mio bar, questo è il colpo di grazia"

Massimo De Grazia, uno dei baristi intervistati

Massimo De Grazia, uno dei baristi intervistati

 Firenze, 19 novembre 2020 - “Sono arrabbiato Sono molto arrabbiato. Oggi ho chiuso la mia attività. Per carità, questa ulteriore ordinanza è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E' questa è stata una decisione sofferta, maturata col tempo e dovuta alla mancanza di clienti. Ma non ci voleva”. Aldo Cursano, presidente Confcommercio Firenze e titolare del Caffè Le Rose, ha deciso di abbassare la saracinesca. Tra i motivi anche i nuovi limiti anti assembramento racchiusi in un'ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella, dopo il campanello di allarme arrivato dai vigili urbani.

Da oggi quindi non solo è vietato consumare cibi o bevande sul posto ma anche nel raggio di 50 metri dall'esercizio commerciale in cui sono stati acquistati. “Fino a questo momento ho tenuto aperto per senso civico – prosegue – e per tenere accesa una luce in un quartiere che si sta spegnendo. Ho tenuto aperto anche se, nell'ultima settimana, ho incassato in media 120 euro al giorno rimettendocene almeno 250, sempre al giorno. L'ho fatto per dare un servizio. Qualcuno ci ha ringraziati e il calore delle persone ci ha dato la forza di andare avanti. Questa ulteriore restrizione è stato il colpo di grazia finale. E' stato fatto ulteriore allarmismo, è chiaro che i clienti non vengono a prendere un caffè se poi non sanno dove andare a berlo. Per esempio, io ho il locale in piazza dell'Unità. In teoria una persona dovrebbe andare in piazza Santa Maria Novella. Ma se lì c'è un altro bar? Come si fa? Abbiamo chiesto che fosse aperta la Ztl visto che il centro così è morto e in cambio abbiamo ottenuto un altro paletto. Non ce l'ho col Comune di Firenze sia chiaro ma sono addolorato. Sembra che si voglia spostare tutta l'economia in altri luoghi”.

Massimo De Grazia, titolare della Pasticceria Cosi di piazza Gavinana è chiaro: “Un provvedimento che poteva essere evitato, inopportuno in un momento come questo. Anche i nostri clienti sono piuttosto infastiditi e per noi diventa difficile gestire questa situazione”. “Le persone sono un po' in confusione, ultimamente le regole stanno cambiando molto spesso. Per i nostri clienti risulta difficile comprendere il perché non si possa consumare nelle immediate vicinanze mentre a 50 metri di distanza si” prosegue Marcello Astolfi, titolare della Pasticceria Marcello di viale Europa. Massimiliano Lecci, titolare del Caffè Giannotti, non usa giri di parole: “Abbiamo perso il 50% rispetto a ieri – conclude -. Le persone hanno ancora più paura ora”.

 

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