GIOVANNI SPANO
Cronaca

Ritrovate quattro antiche statue trafugate

Erano state rubate da una villa nel 1986, ma i carabinieri le hanno scovate in una casa d’aste toscana: denunciati due antiquari

di Giovanni Spano

Quattro sculture in marmo del XVII secolo di elevatissimo valore storico-artistico raffiguranti le Muse - “Talia con cartiglio e cornucopia”, “Tersicore con la lira”, “Polimnia appoggiata a un tronco di colonna” e “Melpomene con maschera greca in mano”, sono state recuperate dai carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, comandati dal capitano Claudio Mauti. L’Arma le ha quindi restituite al legittimo proprietario: un privato residente a Sesto. Erano state trafugate dalla sua abitazione il 29 settembre 1986.

L’indagine che, coordinata dalla Procura, ha portato al recupero di beni di assoluto pregio, trae origine da una verifica effettuata nell’ottobre 2021 su un lotto di opere messe in vendita in una casa d’aste toscana; un monitoraggio costante quello compiuto dai carabinieri in questo settore come pure in quello dei mercati antiquari. Fondamentale per gli inquirenti poter disporre di fotografie nitide dei beni trafufati. Immagini inserite nella banca dati. Proprio grazie alla comparazione delle immagini dei beni posti all’incanto con quelle presenti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottrattia (la più completa banca dati di opere d’arte rubate al mondo, gestita dal Comando TPC) gli investigatori hanno potuto accertare che le statue in marmo erano proprio quelle rubate trentacinque anni fa da una casa di Sseto.

I quattro beni –dapprima sequestrati – erano stati oggetto di una vendita circa trent’anni fa ad Arezzo in occasione del mercato antiquario locale; un operatore del settore li vendette a un antiquario fiorentino il quale a sua volta le rivendette a un professionista.

L’ultimo acquirente le ha mantenute nella propria collezione privata sino a quest’anno, quando ha dato mandato di metterle all’incanto alla casa d’aste, estranea all’illecito. Tre i denunciati per ricettazione delle 4 sculture: i due antiquari fiorentini e un pregiudicato di Montevarchi, che li commerciò ad Arezzo.