Ritrovare il gusto irrinunciabile della normalità

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Cosimo

Ceccuti

Esami a parte, si è concluso uno degli anni scolastici più difficili dei nostri tempi: secondo anno di Covid 19, la disperata necessità di assicurare le lezioni in presenza, dopo la consapevolezza che l’insegnamento a distanza, apparso "provvidenziale" nel primo anno di pandemia, aveva rivelato effetti negativi, specie negli studenti. Costretti al forzato isolamento, lontani per mesi dai rapporti sociali ed umani con compagni e professori, i nostri giovani sono andati incontro ad una serie di problemi non solo di apprendimento, ma soprattutto psicologici. Ansia, insicurezza, rinuncia alla competizione e alla voglia di mettersi in gioco e – nei più piccoli – perfino un accentuato senso di paura. Il rischio dunque, per un secondo anno che non poteva che aggravare le problematiche, è stato fronteggiato con l’impegno di tutti per limitare i danni: assicurare per quanto possibile l’insegnamento in presenza, anche nei mesi centrali, quelli fondamentali per l’anno scolastico, nei quali il virus si diffondeva proprio nelle classi di età comprese fra gli undici e i diciannove anni. È pertanto legittima la soddisfazione delle istituzioni, dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, al pari dello stato d’animo degli studenti che hanno davanti a loro tre mesi di vacanza, salutandosi col tradizionale "arrivederci a settembre". Cosa ci attende tuttavia al rientro e più ancora nei mesi invernali? Auguriamoci il ricordo dei tempi difficili e il gusto irrinunciabile della normalità. Non si deve però abbassare la guardia. Senza indugi occorre operare da subito per fronteggiare una minaccia che non si è affatto esaurita. Nonostante il caldo estivo di queste settimane il virus persiste, nelle sue varianti, pur nella ben diversa pericolosità, "retrocessa" – come si dice per i tornado – a una influenza diffusa e fastidiosa. La vaccinazione di massa ha svolto una fondamentale protezione, è servita a ridimensionare la gravità, non a renderci immuni. Gli esperti e gli operatori a ogni livello predispongano fin da ora tutti gli accorgimenti atti a garantire, con la sicurezza, l’irrinunciabile diritto ad andare in classe e fuori, studiando e lavorando in gruppo. La scuola deve essere un "campo" in cui allenarsi insieme per costruire comunità solidali e coese. Lo dobbiamo ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze.

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