Firenze: in ansia per il mutuo del suo locale, ristoratore di Santa Croce si suicida

Choc nel quartiere, aveva 44 anni. Non ha lasciato biglietti ma i colleghi non hanno dubbi: "Temeva che con il calo del lavoro per il Covid non potesse sostenere il suo investimento"

Piazza Santa Croce (foto repertorio)

Piazza Santa Croce (foto repertorio)

Firenze, 24 agosto 2020 - Ai grattacapi quotidiani, e ai pensieri che son di tutti, ristoratori e non, di questi mesi difficili, gli si era sommata l’ansia di aver fatto un passo sbagliato, inopportuno, più lungo della gamba che, per colpa del Covid, si era sensibilmente accorciata. LEGGI QUI IL NOSTRO SPECIALE SULLA VICENDA

Aveva acquistato il fondo del suo locale, a pochi passi da piazza Santa Croce, e pochi mesi dopo gli è arrivata tra capo e collo la scure del lockdown. Aveva sospeso il pagamento del mutuo, ma tra qualche giorno le rate sarebbero riprese. Ma gli incassi non erano neanche vicini a quelli dei «bei tempi» in cui aveva scelto di fare questo investimento. I pensieri se lo sono divorato. Chi lo conosce, è sicuro che dietro al suicidio del ristoratore fiorentino di 44 anni, ci sia questo: la depressione e le preoccupazioni che quotidianamente, da marzo, venivano dal suo locale che invece, prima, gli regalava certezze e soddisfazioni.

«In questo periodo stava lavorando poco, come tutti noi - ci dice un collega ristoratore che ha parlato con la famiglia -. Temeva di non riuscire più a pagare, di aver fatto dei sacrifici inutilmente».

Sabato pomeriggio, mentre era al lavoro, ha deciso di togliersi la vita. Proprio lì, nel ristorante che era la sua vita, nell’attività che doveva essere il futuro dei suoi due figli e che invece ora vedeva come una zavorra che sarebbe ricaduta sulla sua bella famiglia per colpa dell’operazione sfortunata.

Un peso che non sopportava più, forse. O che non riusciva più a condividere con il fratello, socio nell’attività ben avviata, ma che in questi mesi orribili stava vivendo tutte le difficoltà del momento. La mancanza di turisti, soprattutto: pane quotidiano non soltanto per i ristoranti, ma per tante imprese economiche del centro storico.

A dare l’allarme, poco prima che arrivassero i clienti per la cena, sono stati gli altri lavoratori del locale. Lo avevano visto a pranzo, regolarmente al lavoro. Lo avevano salutato, sicuri che si sarebbero rivisti qualche ora più tardi. Rimasto solo nel suo ristorante, ha compiuto l’estremo gesto. Sul posto è intervenuta una volante della polizia, che ha potuto soltanto constatare il decesso.

L’autorità giudiziaria deciderà il da farsi. Non è escluso che il pubblico ministero Ornella Galeotti disponga l’autopsia. Autopsia che comunque non servirà a decifrare cosa abbia spinto il ristoratore a tanto. Non sono stati trovati biglietti o confidenze. Del resto, assicura chi lo ha conosciuto, non facevano parte del suo carattere.

Ma proprio chi gli è stato vicino, è sicuro che la crisi di questi mesi lo abbia fiaccato, lo abbia reso vulnerabile, insicuro, debole di fronte alle difficoltà che si accavallano, nonostante la timida ripartenza lavorativa. La notizia del suicidio del 44enne si è diffusa in fretta, non soltanto per mezzo dei social. Lui e il suo locale - un esercizio storico fiorentino - erano molto conosciuti.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro