
Fondato nel ’62, ha fatto la storia del Comune. C’è già il nuovo acquirente, pronto a cambiare la destinazione d’uso
di Manuela Plastina
Sta per chiudere una delle attività storiche di Bagno a Ripoli: il ristorante Centanni. Ha segnato un pezzo di storia del paese, facendosi conoscere fin dal 1962, quando fu fondato da Silvana Burgassi insieme al marito Silvano Bianchi. Da allora la famiglia lo ha portato avanti con impegno, passione e investendo tutta la propria vita in un’attività che piano piano, anche grazie all’ingresso al lavoro dei figli Silvano (lo stesso nome del padre) e Nicola Bianchi negli anni ’80, è cresciuta. Nel 1996 Centanni è diventato anche un residence. Nel 2000 ha aperto il suo campo da golf.
"Abbiamo clienti che vengono da noi da 60 anni e sono di famiglia – racconta Silvano -. A Bagno a Ripoli (e non solo) praticamente tutti almeno una volta son venuti a mangiare da noi". Ma ora, dice, i tempi sono molto cambiati: Silvana se n’è andata nell’ottobre del 2022, dopo aver trascorso una vita al Centanni. Anche il marito non c’è più. "Il nostro chef Danilo dopo 45 anni è andato in pensione, come altri nostri storici collaboratori. Mio fratello ed io ci siamo divisi i compiti tra ristorante e hotel, ma né i miei figli né i nipoti vogliono portare avanti l’attività". I tempi sono diversi, ribadisce.
"Non c’è più la cultura di andare al ristorante in pausa pranzo: molti preferiscono un panino frugale al bar. I costi sono davvero troppo elevati e per andare in pari dovremmo avere incassi importanti tutti i giorni. E non è così". Ecco dunque la dolorosa decisione: a fine anno l’hotel golf ristorante Centanni chiuderà definitivamente il cancello. "Stiamo valutando se fare la cena del 31 dicembre. Ma con quella data, liquideremo la nostra Srl".
I due fratelli non resteranno neanche a vivere nella zona: "Una volta chiuso questo capitolo della nostra vita, meglio non vedere più questo posto per noi così importante".
C’è già un nuovo acquirente di tutta la struttura, piscina e campo da golf inclusi: si tratta di una ditta edile che con ogni probabilità non porterà avanti la vocazione ricettiva. Più probabile vi realizzi degli appartamenti residenziali. Bianchi non lo sa e non vuole saperlo: "Una volta chiuso, è chiuso". Intanto i figli si stanno occupando della vendita dei beni mobili della struttura: mobili di antiquariato, armadi, tavoli, sedie, cucine, porcellane, elettrodomestici, attrezzature da piscina e da parco giochi, forniture per cucina da ristorazione e vini da collezione. Entro il 2026, la struttura deve essere svuotata per passare al nuovo proprietario. "I nostri clienti più affezionati sono molto dispiaciuti della nostra decisione e che non mangeranno più i nostri piatti toscani, tutti fatti a mano e che ci hanno resi noti – dice Silvano -. Ne soffriamo prima di tutto: siamo affezionati a questo luogo e a ognuno dei nostri clienti. Ma dobbiamo chiudere questo capitolo, non senza lasciarci un po’ del nostro cuore".