Rimaturità al Galileo. Traduzione di latino per 207 ex studenti tra amarcord e ’pizzini’

Il ritorno in classe su iniziativa dell’attuale preside Liliana Gilli. Fatto l’esame, adesso la commissione dovrà correggere le prove. In aula anche Rita Giorgi che l’esame lo sostenne del 1954.

Rimaturità al Galileo. Traduzione di latino per 207 ex studenti tra amarcord e ’pizzini’

Rimaturità al Galileo. Traduzione di latino per 207 ex studenti tra amarcord e ’pizzini’

"Il primo voto fu -14, proprio col meno davanti, dato dal professor La Penna, a greco. Eppure di quegli anni ho ricordi meravigliosi. Sono qui per riviverli, ma anche perché ho due figli matti che mi hanno iscritto". Rita Giorgi, 89 anni, è probabilmente la più ’matura’ fra i ’ri-maturanti’, i 207 ex studenti che ieri sono tornati al liceo classico Galileo di Firenze per rifare la prova di latino. Insieme a lei, che la maturità l’aveva fatta nel 1954, anche il figlio Carlo Pelosi, esame superato nel 1980. L’iniziativa, che ha richiamato studenti lungo un arco di ben 70 anni di maturità, ha visto una prova competitiva (51 i coraggiosi, inclusa Maria Pia Perrini, 86 anni) e una non competitiva (156). Ma è stata soprattutto un’occasione per rivedersi, tornare sui banchi e rivendicare la bellezza e l’attualità degli studi classici.

"La giornata di oggi? Semplicemente una meraviglia – ha commentato la preside Liliana Gilli che ha ideato l’evento insieme all’associazione Amici del Galileo –. Una meraviglia vedere persone di ogni generazione accalcarsi all’ingresso della scuola. È anche il nostro modo di dire a Firenze che il Galileo c’è, fa parte della città, della sua storia, del suo presente". Francesca Fortini, maturità del 1995, è arrivata sfoggiando la maglietta dal Galileo occupato, anno 1993. Elena Sorge, archeologa, direttrice degli scavi di Volterra, ha portato un lungo ’pizzino’ conservato dalla vera maturità. "Lo preparai per il tema – racconta – ma poi uscì un’altra traccia. Ed eccolo qui". Claudia Rocchini e Barbara Fossati sono arrivate insieme da Rufina: classi diverse, stesso paese e una tradizione proseguita con i figli, studenti della stessa scuola. Si è buttato nella competitiva don Daniele Rossi, maturità 1994, parroco di Sant’Ambrogio e San Giuseppe, che certo il latino ha continuato un po’ a masticarlo per motivi professionali. "Noi la maturità non l’abbiamo proprio fatta causa Covid – raccontano Tommaso Sabatini, Maria Elettra Ienco, Flavia Masatto, Chiara Pancani e Davide D’Amico –. Siamo qui per vivere quella esperienza e per ricordare un compagno scomparso, Umberto Barbieri". Francesco Cosenza e Sara Torre, maturità 2021, avevano fatto solo l’orale. "Ci mancava un pezzo – raccontano – ed eccoci qui". Concluse le due ore di prova e consumato l’apericena è tempo di valutazioni. A correggere la prova ’competitiva’ una commissione composta dai docenti del Galileo, dalla presidente della delegazione fiorentina dell’Associazione italiana di cultura classica, professoressa Maria Pace Pieri, e dal docente dell’Università di Firenze, Enrico Magnelli, ex studente del Galileo. Le traduzioni della non competitiva saranno, invece, corrette (ma non valutate) dagli studenti. A ottobre, i premi, con una medaglia creata dal maestro orafo Paolo Penko. Intanto i vocabolari di latino torneranno in libreria. Ma stavolta, chissà, forse solo per un anno.