Firenze, riapre lo storico Chiosco. Il frappè di padre in figlia

Continua l’avventura iniziata nel 1975 nel viale Amendola da Sergio Poggianti. Debora al timone del locale: "Proverò a ripercorrere i passi del babbo"

Debora Poggianti, titolare dello storico Chiosco del frappè nel viale Amendola

Debora Poggianti, titolare dello storico Chiosco del frappè nel viale Amendola

Firenze, 18 maggio 2023 – “Una delle cose più belle è vedere le persone che danno il primo sorso a occhi chiusi, perché si ricordano odori e sapori della loro gioventù". Dal 1975 viale Amendola, per i giovani fiorentini, è sempre stato associato ad un luogo storico, entrato nella cultura popolare cittadina, ovvero il Chiosco del Frappè. Un punto di riferimento per i ragazzi che negli anni ’80 e ’90 erano uniti dalle compagnie, e vedevano il banco di Sergio Poggianti come una seconda casa, a tutte le ore del giorno e della notte. Nel dicembre scorso, però, Sergio è morto all’età di 86 anni, lasciando un grande vuoto per una Firenze che non c’è più. Almeno fino a che la figlia Debora non ha deciso di prendere in mano il chiosco, coltivando l’eredità del suo babbo.

“Mio babbo era una persona molto estroversa ed ambiziosa - racconta Debora - Dal 1975 questo chiosco è stata la sua casa, oltre che la sua passione e il suo orgoglio. Per oltre 40 anni è stata la sua vita, e non intendeva la pensione come possibilità di smettere di fare quello che ha sempre amato". Il menù che campeggia all’esterno del chiosco è ancora quello di una volta, ricamato a mano dalla mamma di Debora, che ancora oggi lo espone orgogliosamente.

"Negli anni questo è stato un punto di incontro, i giovani migravano da una parte all’altra della città, e questo è sempre stato un punto di riferimento per loro, che erano diventati i ’ragazzi’ del mio babbo".

La chiusura invernale però, si è portata via Sergio. "Chiudiamo a novembre e riapriamo a primavera di solito, e mio babbo non ha voluto fare uno sgarbo ai suoi affezionati clienti, ha deciso di andarsene a dicembre, quando comunque saremmo stati chiusi. Per noi è stata una tragedia inaspettata, mio babbo era una persona che riempiva tanto spazio, amico di tutti e benvoluto da tutti. Era un nonno, uno zio, un amico di tutte le persone che frequentavano questo posto, e me ne sono accorta dopo che se n’è andato, vedendo tutto l’affetto che ci hanno dato. Mi ha fatto un piacere immenso sapere quanto di bello ha fatto per tutti coloro che hanno avuto a che fare con lui. I fiorentini mi hanno scaldato il cuore, e anche adesso che siamo riusciti a ripartire, stanno tornando tutti i clienti affezionati, a dirci quanto era importante Sergio per tutti loro".

Adesso toccherà a Debora portare avanti la tradizione del frappè in città, con uno sguardo e un pensiero sempre rivolti verso il cielo.

"Non sarò mai la regina del frappè, il re è mio babbo e nessuno toccherà il suo trono. Proverò a ripercorrere i suoi passi, sperando che lui dal cielo mi guidi. Qui dentro è ancora presente, in ogni singolo angolo di questo chiosco c’è un pezzo di lui, mi sento abbracciata dal mio babbo stando qui. Per portare avanti la tradizione fiorentina di questo posto, che è a suo modo storico e speciale".

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