Rete idrica: il 31% dell'acqua si perde. Publiacqua: "Puntiamo ad arrivare al 20%"

Dati al di sotto della media Italiana, ma c'è ancora molto da fare. La rete idrica corre sotto i nostri piedi e sotto le nostre case per 7mila chilometri: le criticità e i progetti allo studio

Publiacqua

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Firenze, 11 luglio 2022 - Una lotta continua, che sta comunque dando i suo frutti. A Firenze le perdite idriche si attestano al 31%. Erano il 38% nel 2018, prima che un grosso lavoro di ‘parcellizzazione’ della rete rendesse molto più facile intervenire non appena viene rilevata una perdita anomale. Il 31% può apparire un dato eclatante, ma non è così. “Intanto - spiega Matteo Colombi, responsabile relazioni esterne di Publiacqua, - siamo ben sotto la media nazionale, che è intorno al 40. Va poi detto che in una rete idrica la dispersione purtroppo c’è sempre, a causa dei giunti e della complessità del sistema. Diciamo che per arrivare a un’elevata efficienza dovremmo raggiungere l’obiettivo del 20%. Siamo a lavoro per centrarlo. Intanto, siamo orgogliosi di essere l’ottavo gestore italiano per quantità di perdite idriche ridotte. Siamo stati anche premiati per questo”. La rete idrica corre sotto i nostri piedi e sotto le nostre case per 7mila chilometri. Una lunghissima autostrada dell’acqua che va da Cavriglia a Pistoia, passando per Mugello, Chianti, Valdarno e tutta la provincia di Prato e Pistoia, fino a Serravalle.

Colombi ci fornisce anche un altro dato: dal 2018, Publiacqua ha investito, per la sola ricerca di perdite nei 46 comuni gestiti, 41,6 milioni di euro. Un fortissimo investimento che ha consentito, a livello generale, di ridurre le perdite del 27%, in modo da recuperare 21 milioni di metri cubi, pari a poco meno di un terzo di Bilancino, vero e proprio ‘angelo custode’ idrico del nostro territorio. “Siamo costantemente al lavoro per ridurre le perdite - assicura Colombi -. Come ogni estate, l’attività si intensifica; non a caso stiamo aumentando il numero di squadre operative sul territorio per poter intervenire sempre più rapidamente”. Solitamente, nel giro di ventiquattr’ore la rottura viene riparata. Ma capita che i tempi si debbano allungare.

Ogni guasto della rete viene identificato con un ‘bollino’, a seconda dell’urgenza. Un po’ come al pronto soccorso. Più il guasto rischia di mettere in crisi il sistema dell’acquedotto, più c’è da correre. Un forte passo avanti è stato fatto dal 2018, quando è stata ultimata la distrettualizzazione della rete idrica del Comune di Firenze. Di cosa si tratta? Della divisione in distretti dell’acquedotto, con tanto di installazione di punti di rilevazione della pressione e dei volumi di acqua, in ingresso e in uscita. Una delle “più frequenti cause di rotture” è rappresentata proprio dagli “sbalzi di pressione”. “Quando la rete era unica - spiega Colombi, - l’immissione estiva di maggiore acqua aumentava la pressione e, di conseguenza, il rischio di guai. Con i ‘distretti’, invece, controllati da remoto dall’Anconella, vengono monitorate in modo costante singole aree circoscritte. Così, quando i consumi si impennano in modo abnorme, si sa subito dove intervenire”. Un bel vantaggio in termini di impiego delle risorse. Dal 2018 ad oggi, sono stati sostituiti quasi 20 chilometri di rete. “Impossibile dire in quali quartieri sia più vecchia o nuova”, aggiunge Colombi.

E il singolo cittadino cosa può fare? “Ridurre gli sprechi deve essere un imperativo. L’acqua è un bene prezioso. E invece sapesse quante volte, per dirne una, vengono lasciate aperte le cannelline ai giardini... In generale, comunque, i nostri cittadini sono virtuosi. Mediamente, da noi una famiglia di tre persone consuma 110 metri cubi d’acqua, contro i 150 della media italiana. A Milano si arriva a 200”. Il consumo 2021 degli utenti di Firenze è stato di 25 milioni di metri cubi, quindi poco più di quanto risparmiato con il recupero complessivo dal 2018 su tutto il territorio.

Per saperne di più: https://senzafiltro.publiacqua.it/

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