EMANUELE BALDI
Cronaca

Renzi-Pd, rottura finale. Niente patti con Funaro. Sfida Iv dalla Leopolda su sicurezza e multe

Salta l’accordo a Roma tra l’ex premier e la segretaria dem Schlein. Il nodo ruota attorno al ticket pre-elettorale con un renziano. Ma i democratici lasciano la porta aperta: accordo su condizioni sostenibili. .

Ognuno per la sua strada con reciproci – e avvelenati – ’in bocca al lupo’. La rottura definitiva tra Italia Viva e Pd si consuma sui tavoli romani – dove la segretaria nazionale dem Elly Schlein e l’ex premier Matteo Renzi hanno convenuto che i margini di trattativa, già ridotti all’osso, risultano ad oggi non rianimabili – e l’eco dello strappo arriva in riva d’Arno come un tuono che scompiglia i delicatissimi equilibri del centrosinistra locale, provato da mesi di strali e tentativi di ricuciture, talvolta maldestri, e non compattamente voluti dai due fronti.

Un dettaglio quest’ultimo non da poco perché è cosa nota che, oltre al fronte dei sostenitori dell’accordo per il campo largo (leggi Bruzzesi), c’è da tempo in azione anche l’ala oltranzista dei dem, capeggiata dal parlamentare Federico Gianassi e nella quale milita, sia pur più defilato, il sindaco Dario Nardella, alla quale l’idea di fare entrare Italia Viva con l’ingombrante Renzi nella coalizione che sostiene Sara Funaro per la poltrona di Palazzo Vecchio non è mai andata giù (specialmente alle condizioni dell’ex Rottamatore che per dire sì al sostegno dell’attuale assessore al sociale avrebbe chiesto nella futura giunta, per i suoi, la poltrona di vicesindaco, almeno un paio di presidenze di Quartiere e un assessorato di peso). E non è un mistero neanche che in molti, in casa Italia Viva, facessero il tifo perché la sintesi si trovasse proprio perché i posti nobili in ballo un po’ di gola la facevano.

Ma al momento, appunto, sembra che ogni possibilità di accordo sia tramontata anche se è vero che la politica, specialmente nella fase pre-elettorale, è tutto fuorché una scienza esatta. E il gioco delle spinte potrebbe portare anche a un matrimonio last minute, sebbene a oggi difficilissimo specie per una questione di tempi visto che Renzi ha intenzione di presentare la squadra in corsa per il consiglio all’appuntamento della Leopolda dell’8 marzo lanciano la sfida ai dem sui temi dello sviluppo, delle battaglie per la sicurezza e dello stop al ’multificio’.

Nessuna reazione ufficiale da parte dei vertici del Pd fiorentino anche se la parola d’ordine che filtra è quella di lasciare la porta aperta, anzi apertissima ma con accordi su accordi di massima a condizioni sostenibili. Che si traducono in una legittimazione politica alle urne (e Iv avrebbe gioco facile ad essere la seconda forza in percentuale) e in un accordo di massima sugli scranni di Palazzo Vecchio. D’altronde la candidata Sara Funaro ripete da tempo, come un mantra, che c’è spazio e volontà di allargare la coalizione,

Giorni quanto mai delicatissimi perchè i tempi stringono ma in casa Renzi la rottura potrebbe far rientrare in gioco quelle prove di accordo con Cecilia Del Re, l’ex pasionaria Pd che si è sganciata e sta tentando un accordo con il movimento 11 Agosto di Tomaso Montanari. Anche con i voti della Del Re in ’pancia’ il senatore avrebbe gioco ancora più facile a mettersi a braccia conserte in attesa del voto, del ballottaggio e degli accordi (ben più onerosi) post voto. Anche perchè non dimentichiamoci che Renzi corre per le Europee e gli conviene restare in partita a Firenze.

Ma tutto il male d’altronde, si sa, non vien per nuocere e il tramonto dell’ipotesi di un’intesa con i renziani – che avrebbe garantito alla truppa di centrosinistra di Sara Funaro un bel sostegno in termini di voti – potrebbe portare a rasserenare i rapporti tra lo stesso Pd e il partner più forte della coalizione, Sinistra Italiana, che nei giorni scorsi aveva mandato ai dem un messaggio chiaro: ’Noi con Renzi mai’.

È vero che restano parecchie tensioni su uno dei progetti più importanti per il futuro della città, la nuova pista di Peretola, ma l’allontanamento definitivo di Renzi dalla coalizione che sostiene Funaro (ci sono anche Azione, socialisti, Volt, Verdi, +Europa e il movimento laburisti che fa riferimento a Valdo Spini) dovrebbe portare SI a tornare a sedersi al tavolo dopo aver annunciato di non volerlo più fare di fronte ai "balletti" e alla poca chiarezza del Pd sui rapporti con Italia Viva.