Ramadan a scuola, l’appello delle studentesse: “Combattiamo i pregiudizi”

La decisione del dirigente dell’Itt trova il consenso dei colleghi di altri istituti superiori. Il professor Arte: "Accolta una richiesta presentata con molto garbo da allievi musulmani"

Ragazze in preghiera (foto repertorio)

Ragazze in preghiera (foto repertorio)

Firenze, 25 marzo 2023 – Ognuno di loro porterà da casa la veste tradizionale musulmana e il tappetino su cui pregare. Sono già una decina gli alunni dell’Itt Marco Polo che svolgeranno una delle cinque preghiere al giorno previste dal Ramadan in un’aula del loro istituto, per un mese trasformata in luogo di preghiera. "Ho preso i numeri di telefono dei ragazzi musulmani di questo istituto per creare un gruppo - racconta una delle due studentesse che ha avanzato la richiesta al dirigente Ludovico Arte -. Sono convinta che a poco a poco saremo sempre di più a pregare in quest’aula. È giusto combattere i pregiudizi".

Il Marco Polo è una scuola simbolo di accoglienza e integrazione. "Abbiamo concesso gli spazi, accogliendo una richiesta posta con molto garbo", ha spiegato sui social e sul sito della scuola il preside. Che precisa: "Credo nella laicità della scuola, che non deve imporre un punto di vista religioso, ma aprirsi al pluralismo". E nelle altre scuole? All’Iis Sassetti-Peruzzi, dove convivono diverse nazionalità, per ora non è arrivata nessuna richiesta in tal senso. “

Ma se arrivasse , verrei incontro ai ragazzi - dice il dirigente scolastico, Osvaldo Di Cuffa -. Il nostro interesse è che durante il Ramadan gli studenti continuino a frequentare le lezioni". Alcuni allievi del Sassetti-Peruzzi hanno però dovuto rinunciare alla gita. "Una decisione che mi è dispiaciuta tanto - allarga le braccia il preside -. Non siamo riusciti a trovare un’altra data. In gita gli studenti avrebbero avuto difficoltà a rispettare il digiuno, e hanno preferito saltare l’appuntamento. Erano stati i rappresentanti degli studenti a chiederci di spostare la gita per questo motivo. Qui regna grande rispetto verso tutte le culture e credi religiosi".

All’Itis Da Vinci la scuola è riuscita, "in un caso", a "identificare la data giusta" per rispettare la sensibilità religiosa di un allievo che sta facendo il Ramadan. Lo fa sapere il preside Marco Paterni: "Abbiamo diversi allievi musulmani. Se mi chiedessero un’aula per pregare non avrei difficoltà ad accontentarli. Crocifissi in aula? Non sono istituzionalizzati e nessuno ne ha mai fatto un problema".

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