REDAZIONE FIRENZE

Ragazza al mare, le foto finiscono sui siti porno

La vittima all’epoca era ancora minorenne: denuncia alla Postale. Molti l’hanno vista e le fanno proposte sconvenienti o commentii

Ogni tanto qualche amico le telefona, o la incontra a giro, e ammicca: "Oh, ti ho visto in foto su quel sito...Però...".

Quell’ogni tanto va avanti da un anno e mezzo. E ‘quel sito’, anzi quei siti, tre, sono inequivocabilmente erotici. Pornografici, anci. E Nadia (nome di fantasia), da poco maggiorenne, non ne può più, delle telefonate, degli ammiccamenti, di avances grevi che traggono origine da un reato. Qualcuno infatti le ha fatto lo ‘scherzo’ di pescare sue foto dal suo profilo Instagram, prima pubblico, poi privato, e le ha riversate sui tre siti porno. Nelle foto la ragazza è ritratta spesso al mare, per lo più in costume. Non si tratta di scatti intimi o video hard, ma di immagini normalissime, quotidiane. Nulla di sconvolgente, al massimo uno può apprezzare che è una bella ragazza. E’ il ‘contesto’ imbarazzante; porta con fastidiosa regolarità fastidi, problemi e possibili equivoci. Ritrovarsi ‘in vendita’, il pensiero di essere ‘nelle mani’ di chissà chi, essere scambiate come ‘figurine’ degli album dei calciatori, è uno shock, provoca angoscia, alcune ragazze, alcune donne si sono sentite indifese e sono andate in depressione.

La ragazza e i suoi genitori hanno presentato _ già alcune settimane fa _ denuncia querela al compartimento di Polizia Postale per la Toscana, sede in via della Casella. Gli scatti non sono compromettenti, non si configura il reato di revenge porn (traduzione: pornografia non consensuale o abuso sessuale tramite immagini) introdotto con l’introduzione nel codice dell’articolo 612 ter. Viceversa però dovrebbe essere ravvisata quanto meno la interferenza illecita nella vita privata. E trattamento illecito di dati.

Spiega nella denuncia il padre, commerciante a Firenze, ma residente a Prato, dove lavora la moglie: "Mia figlia mi ha detto che digitando il suo nome tra i risultati della ricerca si vede il collegamento del suo nominativo a siti pornografici. Ho constatato anche io che il nome di mia figlia era associato sul web (il dark web...) a tre siti porno", forniti alla polizia dai genitori la cui figlia è assistita dall’avvocatessa Gualtieri. Alcune prove sono state insomma cristalizzate.

"Collegandomi ho visto diverse foto di mia figlia, pubblicate da un utente nove mesi fa (parliamo di fine del 2020-inizio 2021) così come riportato sui siti. La mia ragazza – precisa il genitore, che ha allegato alla denuncia querela gli screenshot delle foto pubblicate sui tre siti – non ha sospetti precisi, su nessuno". Non è noto se le foto in questione sono state o meno accompagnate da commenti sessisti eo violenti. Foto e riferimenti sulla rete, peraltro non sarebbero stati ancora rimossi. Scavando un po’ la polizia ha saputo di un giovane interessato a lei, tempo addietro, ma respinto. E’ poco forse per considerarlo un sospettato, ma gli investigatori non tralasciano niente.

Il fenomeno ha assunto proporziobni inquietanti. Proprio la Postale Toscana non molto tempo fa ha individuato e denunciato tre uomini con l’accusa di trattamento illecito di dati: avevano pubblicato sulla rete immagini – corredate di commenti – di numerose donne, immagini rubate dai loro profili social (Facebook, Instagram). E servizi tv de Le Iene hanno ‘avvisato’ molte donne inconsapevoli del furto delle loro immagini, specie su siti d’incontri. Ben 179 quelle coinvolte, che hanno denunciato.

giovanni spano