"Quei frammenti di una cometa che si è avvicinata troppo al sole"

L’astrofisico di Arcetri, Aldo Dell’Oro, spiega il fenomeno delle Perseidi

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di Olga Mugnaini

FIRENZE

Secondo la tradizione cristiana, i bagliori nel cielo la notte del 10 agosto sarebbero le lacrime di San Lorenzo, arso vivo su una graticola nel 258, su ordine dell’imperatore Valeriano. C’è anche chi dice che siano proprio i carboni ardenti del suo martirio che ancora brillano nella notte buia.

Ma le leggende sulle stelle cadenti risalgono ancora più indietro nel tempo. Per gli antichi romani erano la manifestazione del dio Priapo che portava abbondanza, buona fortuna e prosperità alla terra.

Ferme restando i tanti racconti sulle magiche Perseidi, lo spettacolo a cui assisteremo stasera guardando il cielo, è un fenomeno con precise spiegazioni astronomiche, che in verità è iniziato alla fine di luglio e che andrà avanti per tutto agosto.

Ce lo spiega Aldo Dell’Oro, astrofisico dell’Inaf-Osservatorio Astrofisico di Arcetri, che ci svela anche il nome della cometa che rilascerà per la gioia dei nostri occhi e dei nostri desideri da esprimere, i materiali che scintilleranno nella notte: "Lo sciame luminoso è frutto dei materiali rilasciati dalla stella cometa “Swift-Tuttle”, dal nome degli scopritori - spiega Dell’Oro –. E’ un astro che è passato alla nostra vista nel 1992 e che ripasserà nel 2126".

Ma cos’è che in realtà vediamo illuminato?

La spiegazione è meno romantica delle leggende: "Sono strisce di sabbia, sassolini o comunque materiali di scarto che vengono dallo spazio – aggiunge l’astrofisico. Li vediamo quando entrano nell’orbita e nell’atmosfera della Terra. Con la velocità questi frammenti iniziano a scaldarsi e si incendiano, diventando luminosi. Normalmente non ce la fanno ad arrivare al suolo. Quando cadono si chiamano meteoriti. Comunque, sempre frammenti di comete sono. Il processo è più o meno questo: le comete sono costituite da materiali friabili mescolati a ghiaccio. E ogni volta che si avvicinano al sole si riscaldano e perdono i pezzi, formando la famosa coda. Questi materiali formano la scia che noi vediamo quando entrano nell’orbita terrestre. In pratica si tratta di spazzatura celeste, di residui".

Beh, vista così non è poi una gran cosa poetica. Ma Dell’Oro ci regala comunque un consiglio: "Ci sarà la luna piena e questo non aiuta, se però si osserva il cielo dopo la mezzanotte dovrebbe essere più facile assistere allo spettacolo delle Perseidi, che in ogni caso continua per tutto il mese".

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