Emanuele
Baldi
Bruciano come lo spirito su una ferita fresca quelle bastonate al negozio di Sant’Ambrogio, frizza come acqua di mare sul sangue quella vetrata che si spacca, indifesa. Mazzate nel buio, figlie della desolazione, di cervelli imbenzinati, impastati di liquoracci da due spiccioli, figlie di silenzi e persiane chiuse, di una Firenze che non c’è, che ha il polso fermo, che manca ora come non mai. Neanche il Covid e la non vita di questi mesi ha fiaccato le energie malate dei balordi della notte che imperversano senza vergogna negli anfratti di Santa Croce, intorno alla stazione di Santa Maria Novella, in San Lorenzo. Traffici, spacci, cazzotti, bottiglie spaccate in terra. Una capsula di violenza dentro una bolla vuota di città. C’erano, ci sono sempre state queste frange malate della notte ma oggi ci fanno ancora più male perché non ci siamo noi. Non ci sono le luci, non ci sono gli abbracci, non c’è il passeggio. Non c’è – e stavolta non è colpa di nessuno se non del bastardo virus – quel controllo sociale che serve come il pane. Riprenderci la città con educazione, pulizia, civiltà. Questa è la missione.
E anche per questo dobbiamo sconfiggerlo questo Covid.