Cibo a domicilio, la protesta dei rider: #dimenticatidaConte

La Cgil: "Non sono tutelati se lavorano e non sono tutelati se non lavorano".

Uno dei cartelli della protesta social dei rider

Uno dei cartelli della protesta social dei rider

Firenze, 27 marzo 2020 - Parte, con l' hashtag #dimenticatidaConte la campagna social dei rider fiorentini (i lavoratori in motorino o in bici che consegnano cibo a domicilio, dalle pizze alla cucina cinese aquella giapponese e via dicendo)  e di Nidil Cgil per ottenere un sussidio dal governo. "Il food delivery _ si legge in una nota della Cgil_ è nell'elenco dei servizi essenziali, ma evidentemente nessuna tutela è giudicata essenziale per i riders: non sono tutelati se lavorano e non sono tutelati se non lavorano".

Per questo i riders fiorentini insieme a Nidil Cgil Firenze hanno lanciato la campagna social #dimenticatidaConte attraverso la pagina fabebook "Firenze riders" per chiedere che il Governo garantisca un sussidio anche a loro.

 "Infatti _continua la nota sindacale_ l'indennità prevista nel decreto Cura Italia è riservata solo a coloro che hanno una partita Iva o una collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co). La maggior parte dei rider, per volontà delle piattaforme, invece lavora con una collaborazione occasionale anche se collabora da tempo, magari perché, ironia della sorte, precedentemente avevano avuto proprio la co.co.co dismessa ormai da tutte le piattaforme. Per molti rider, come raccontano i cartelli della foto-campagna, questo lavoro rappresenta l'entrata principale per mantenere se stessi e in alcuni casi le proprie famiglie. NIdiL Cgil ha chiesto e continua a chiedere che per questi lavoratori vengano attivate misure di sostegno al reddito, utili non solo ad affrontare evidenti cali di attività, ma anche nel caso in cui i riders, visto che le società non si sono ancora fatte carico di consegnare dispositivi di protezione individuale, decidessero di fermarsi. E' inaccettabile infatti che i lavoratori si debbano trovare di fronte al ricatto di dover rischiare la propria salute per pochi euro. Riteniamo quindi che a fronte del grave comportamento delle piattaforme debbano intervenire con fermezza le Istitutioni per vigilare sulla salute da una parte e garantire sussidi dall'altra".

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