OLGA MUGNAINI
Cronaca

Proiettati verso il cielo e avveniristici Ecco i "magnifici sette" arrivati alla finale

Tutti i progetti che si sono classificati alle spalle del vincitore che da oggi sono esposti nel Cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio. L’architetto Marco Casamonti: "Noi avevamo pensato a una sorta di stadio dentro lo stadio, comunque l’ha spuntata il migliore"

di Olga Mugnaini

"ll progetto più bello? Quello che ha vinto. E complimenti ai colleghi che sono stati premiati dalla giuria".

Anche l’architetto Marco Casamonti ha partecipato al concorso internazionale per la ristrutturazione dello stadio Franchi, all’interno del raggruppamento che aveva come capogruppo Polazzi Giovanni, insieme a Stefano Valentini , Loris Macci , Fabrizio Setti, Giovanni Fantappiè, Luigi Costalli, Franco Rocchi,Riccardo Bartoloni, Federico Gurrieri, Eros Aiello, Marco Infanti, Michel Desvigne.

Il loro progetto è arrivato quarto. Ma anche se con un po’ di rammarico, c’è la soddisfazione di aver gareggiato con otto fra i più importanti e bravi studi a livello internazionale.

"Tutti gli anni gli studi importanti partecipano a numerosi concorsi – spiega Casamonti – E le vittorie e le sconfitte vanno prese con serenità. Con tanti complimenti a chi ha vinto. Non credo che vada discusso il giudizio di una giuria internazionale di questo livello. Dobbiamo essere tutti contenti e orgogliosi di un concorso di questo tipo, contenti per Firenze che ha ospitato la competizione".

Dopo il vincitore David Hirsch, il secondo posto è stato assegnato al raggruppamento guidato da Vincenzo Corvino.

Terzo classificato il progetto presentato dalla capogruppo Lucia Celle e al quarto, appunto, Giovanni Polazzi.

Al quinto posto Jean-Michel Wilmotte e al sesto, ancora uno studio estero con capogruppo John Mcaslan.

Settimo e ottavo posto a parimerito, non “classificati“ perchè mancanti di elaborati necessari a valutare il progetto da tutti i punti di vista, sono Declan Sharkey e Marg Volkwin Georg Gerhard.

Marco Casamonti si era già misurato con lo stadio Artemio Franchi e con l’architettura di Pierluigi Nervi, in un progetto commissionato dalla Fiorentina e bocciato dalla Soprintendenza.

"Anche io avevo pensato a una grande tettoia, simile al progetto che ha vinto adesso – prosegue Casamonti –. Era previsto però anche l’abbattimento delle curve. Stavolta invece, visto che doveva prevalere l’integrità della struttura, avevamo pensato a uno stadio dentro lo stadio, come una specie di scultura in acciaio inox, una via di mezzo tra un’opera di Anish Kapoor e di Jeff Koons, giocando con una serie di superficie curve. In ogni caso, siamo felici di aver fatto parte di una competizione internazionale così importante".

Per l’architetto di Archea l’attenzione torna ora tutta al centro sportivo di Bagno a Ripoli, il Viola Park che ha progettato e che è in fase di realizzazione, di fatto la nuova casa della Fiorentina.

Gli otto progetti arrivati alla fase finale, selezionati da trentuno passati alla selezione, saranno da oggi esposti nel cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio. Uno accanto all’altro, si potranno così valutare le diverse visioni elaborate dai concorrenti.

A valutare i progetti è stata la commissione composta da Goncalo Byrne (presidente), Giovanna Carnevali (vicepresidente), Carla Cappiello, Odile Decq, Antonia Pasqua Recchia, Eike Schmidt, Andy Simons, Luigi Ludovici, Andrea Santini.

La sfida per i concorrenti, oltre a presentare un progetto per rendere moderno e funzionale il monumentale stadio progettato da Pierluigi Nervi, era quella di proporre una riqualificazione dell’intera areqa del Campo di Marte.

L’obiettivo, terminare i lavori entro il 2026, pena la perdita dei finanziamenti pubblici.