Caso Figline, la sentenza: i gialloblu restano in Eccellenza. Le squalifiche

Il procedimento sportivo a Firenze. Il Livorno promosso in Serie D

Un momento di tensione in Figline-Tau (Fotocronache Germogli)

Un momento di tensione in Figline-Tau (Fotocronache Germogli)

Firenze, 10 agosto 2022 - Il Figline condannato, ma resta in Eccellenza, il Livorno prenota la Serie D. Il tribunale federale salva dalla retrocessione in Promozione la squadra gialloblù: la penalizzazione inflitta in primo grado per l'illecito sportivo relativo alla partita della poule promozione con il Tau, persa dal Figline per 5-1, è quella dell'ultimo posto nel girone a tre.

Livorno in Serie D, la gioia della città

Inibizione per cinque anni all'ex ds Emiliano Frediani, tre anni all'allenatore Marco Becattini e tre anni anche al presidente Simone Simoni. Il tribunale va oltre le richieste del sostituto procuratore federale, Mario Taddeucci Sassolini, e infligge due anni di squalifica ai calciatori Burzagli, Privitera e Saitta, ai quali l'accusa aveva riconosciuto la collaborazione in occasione delle audizioni.

La vicenda accadde a metà maggio. Nel girone di poule promozione per il passaggio in Serie D ci sono Figline, Tau Altopascio e Livorno. Prima di Figline-Tau la classifica dice Figline 5 punti, Livorno 4 e Tau Altopascio 1. Ad Altopascio il Figline perde 5-1. Fino al 2-1 tutto sembra normale, ma poi accade qualcosa. Secondo l'accusa il Figline smette di giocare, permettendo al Tau di andare in gol.

Questo per presunti calcoli fatti dal Figline, poiché nella giornata successiva si gioca Tau-Livorno, una miglior differenza reti del Tau avrebbe costretto il Livorno a vincere in quella partita, che poi viene vinta dal Tau e relega il Livorno al terzo posto della poule, portanto alla promozione di Tau Altopascio e Figline. Le immagini dei difensori del Figline che non contrastano neanche gli attaccanti del Tau, liberi di andare a rete, fanno il giro d'Italia e finiscono addirittura su Striscia La Notizia. Esplode il caso, con un'inchiesta contro ignoti della procura di Lucca e una della procura federale sportiva. Da qui il processo e la sentenza del 10 agosto. 

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