"Se Dio esiste, perché la Shoah? Come si può conciliare il Bene assoluto con il male estremo? Ha ancora un senso invocare l’Onnipotente che ha permesso lo sterminio di milioni di innocenti?".
Domande drammatiche, che generano altri quesiti ugualmente cruciali, quelle che si pone Stefano Massini nel suo "Processo a Dio", uno dei suoi primi testi, parte di quella Quadrilogia che lo ha fatto conoscere al mondo. Portata al successo alcuni anni fa da Ottavia Piccolo in una edizione memorabile l’opera tornerà in scena, questa sera alle 21 al Teatro San Martino in piazza della Chiesa a Sesto Fiorentino, grazie alla compagnia Uthopia dell’attore e regista Ciro Masella. L’iniziativa rientra nel calendario della "Giornata della memoria". Sul palco, oltre allo stesso Masella, anche Dimitri Frosali e Andrea Costagli dell’"Arca Azzurra Teatro", Candida Nieri diplomata alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano e vincitrice del premio Ubu (l’Oscar del Teatro Italiano) come migliore attrice, Lorenzo Volpe e Davide Diamanti giovani e allievi diplomati alla Scuola della Pergola, che hanno poi fondato la Compagnia dei Nuovi del Teatro della Toscana.
Uno dei racconti più belli e sconvolgenti scritti sulla Shoa il "Processo a Dio" nel quale Massini (vincitore l’anno del prestigiosissimo Tony Awards negli Usa), immagina che alla liberazione del campo di Maidanek un’internata, l’ex attrice Elga Firsch fieramente arrabbiata con Dio, decida di fargli un processo davanti a due saggi, a un rabbino, al giovane figlio del rabbino e a un SS carnefice e testimone.
Sandra Nistri