Prete di strada e missionario. Le attese della povera gente: "Porterà una nuova energia"

La presidente dell’associazione Fioretta Mazzei, storica volontaria dell’Opera di San Procolo "La lontananza da Dio è la povertà che genera le altre: Gambelli farà sua l’intuizione di La Pira".

Prete di strada e missionario. Le attese della povera gente: "Porterà una nuova energia"

Prete di strada e missionario. Le attese della povera gente: "Porterà una nuova energia"

La nomina di un prete fiorentino con addosso l’odore delle pecore emoziona in maniera significativa le realtà caritative della nostra Chiesa. Come l’Opera di San Procolo e l’associazione Fioretta Mazzei, presieduta da Giovanna Carocci, insegnante in pensione, cattolica impegnata nelle due realtà, entrambe eredità della grande stagione lapiriana.

Presidente, don Gherardo Gambelli, parroco missionario e cappellano delle carceri, eletto arcivescovo di Firenze: se lo aspettava?

"Dal Papa ci si può sempre attendere di tutto, ma non immaginavo su chi sarebbe potuta cadere la scelta. Premesso che non conosco don Gherardo, mi sembra un uomo che suscita simpatie, per la testimonianza di spessore, per le scelte che ha fatto, per come le ha vissute. L’aspettativa è alta. La nostra Chiesa ha bisogno di essere rianimata da una prospettiva pienamente di fede. Non che non ci sia stata finora, ma l’energia di un arcivescovo giovane darà una forte spinta, anche dal punto di vista delle vocazioni. Dei sacerdoti non possiamo fare a meno".

L’azione pastorale di don Gambelli dovrebbe seguire come punti cardine le tracce indicate da Papa Francesco e la Chiesa in uscita attenta ai bisogni della gente, un programma che vi trova in sintonia?

"È il suo identikit. Il primo dialogo da realizzare sarà proprio all’interno della diocesi. Firenze la conosciamo bene. Ci sono sensibilità diverse che stentano a dialogare fra loro. È un dato di fatto con il quale dovrà interagire, cercando di superare precondizioni e pregiudizi. Il dialogo non significa dare ragione a qualcuno, ma porsi sulla strada della Verità che è comunicare il Vangelo, primo compito della Chiesa. Altrimenti saremo solo una pietosa Ong come scrive il Papa nell’Evangelii Gaudium".

Carcere, poveri, lavoro: cosa vi aspettate dal nuovo Arcivescovo?

"Siamo sicuri che comprenderà alla grande il nucleo fondamentale della Messa del Povero. La prima povertà, che genera tutte le altre, è la lontananza dal Signore. Questa è stata l’intuizione di Giorgio La Pira: qui si ritrova una luce, un equilibrio che aiuta nel ricercare e trovare soluzioni a una vita disancorata. Credo proprio che il nuovo Vescovo la farà sua".

Il vostro rapporto con l’arcivescovo Betori?

"Ci siamo incontrati nella Giornata del Povero almeno una volta l’anno e tramite don Fabio Marella della Caritas ci ha sempre seguito con affetto. Non ultimo il fatto che abbiamo sempre trovato sacerdoti disponibili a celebrare, segno di grande attenzione".

Duccio Moschella