
di Christian Campigli
Una tradizione, che si rinnova. Di anno in anno. Un’idea nata dalla voglia di "restituire una parte della fortuna avuta". Un gesto figlio del desiderio di aiutare gli ultimi. Quelli che, troppo spesso, vengono ignorati da tutti. Dopo un anno di forzata interruzione, a causa del Coronavirus, si rinnova il ’Pranzo della Solidarietà’, organizzato dalla trattoria 4 Leoni. "Sono molto contento di riprendere un’iniziativa che va avanti dal 1997 – racconta Stefano Di Puccio, titolare del ristorante di piazza della Passera e consigliere comunale del Pd – Noi abbiamo aperto nel 1995, e da subito ho sentito l’esigenza di fare del bene, di aiutare i meno fortunati. Ne parlai con don Cuba, il quale mi presentò Paolo Coccheri, un grande amico, recentemente scomparso. L’idea di questo pranzo è stata proprio di Coccheri, per anni attivo a Firenze con Le Ronde della Carità".
La trattoria 4 Leoni ieri è rimasta chiusa al pubblico e ha accolto circa 200 persone senza fissa dimora, immigrati, giovani, anziani. Tra gli ospiti di Stefano Di Puccio c’è anche Shukri, 56 anni, da 27 nella nostra città. "Sono tunisino e ultimamente ho avuto qualche problema. Ora vivo nell’albergo popolare. Purtroppo non riesco a trovare un lavoro. Non è facile, nessuno sceglie di vivere senza una fissa dimora". Uomini e donne, italiani e stranieri. Una lunga fila, in attesa del proprio posta a tavola. In questo serpentone c’è anche Thomas, 61 anni, polacco, da 35 a Firenze. "Ho fatto crescere tre bimbi, poi ho avuto problemi con mia moglie, la quale si è tenuta la nostra casa a Coverciano. Io mi son trovato invece sotto un ponte. Non voglio parlare della mia storia, non voglio dar colpe a nessuno. È andata così. È una vita complicata quella del clochard, anche per colpa della burocrazia. Senza una residenza anche aver accesso alla sanità è incredibilmente difficile. Trovare un lavoro, uno vero e serio, è sostanzialmente impossibile".