Probabilmente è l’ultima frontiera della truffa o forse no visto che, purtroppo, la fantasia di chi vive di espedienti è molto attiva. Così, come è accaduto alla signora Simonetta, 80enne molto attiva e piena di interessi, si può subire un furto anche semplicemente scendendo le scale per andare a firmare una raccomandata o ritirare un pacco o, almeno, credendo di doverlo fare. La procedura, probabilmente collaudata dopo diversi appostamenti, prevede infatti che una persona suoni il campanello di un edificio accampando il pretesto della posta da firmare mentre un altro complice attende un piano sopra quello del condomino contattato al citofono.
Così, mentre la ‘vittima’ prescelta scende le scale o prende l’ascensore lasciando, quasi sempre, la posta accostata, la persona appostata al piano superiore può scendere arraffando quello che può. L’episodio raccontato dalla signora Simonetta si è verificato in zona Isolotto ma non sarebbe assolutamente isolato: "Nei giorni scorsi – racconta lei stessa – la mattina intorno alle 10,30 ho sentito suonare il campanello. Ho alzato il citofono e, dall’altra parte, una persona con accento straniero mi ha detto che dovevo scendere perché c’era posta da firmare. Inizialmente non ho pensato che ci fosse qualcosa di strano e sono scesa al piano terra lasciando la porta socchiusa".
Un’abitudine magari sbagliata, ma automatica per molti, su cui chi attua queste truffe evidentemente conta. Arrivata al piano terra però Simonetta non ha trovato nessuno e quindi è rientrata nuovamente a casa: "Una volta su però – prosegue – il campanello è suonato di nuovo e la stessa persona di prima mi ha chiesto di scendere nuovamente dicendomi che non ero andata a firmare la posta. A questo punto ho capito che qualcosa non andava e ho detto che non sarei tornata di nuovo giù, chiudendo la comunicazione".
Solo più tardi si è accorta che in casa mancava qualcosa: il suo telefono e 20 euro. Un bottino magro, probabilmente per il poco tempo a disposizione per poter cercare all’interno dell’appartamento, ma un episodio sicuramente doloroso, anche perché nel cellulare, modello certo non di ultima generazione, c’erano foto dei familiari e ricordi. Bloccata la sim Simonetta ha poi presentato denuncia ai carabinieri per il furto subito: "Sono arrabbiata – conclude – per il fatto di essere stata ingannata e anche perché la mia casa, in qualche modo, è stata violata. Quello che vorrei fare però è di mettere in guardia altre persone, in particolare gli anziani, raccontando quello che mi è accaduto: magari prima di scendere verificate che ci sia qualcuno davvero al portone oppure chiudete magari con le mandate la porta e tenete con voi le chiavi. In questo modo per il complice nel palazzo non ci sarà tempo a disposizione per poter entrare in casa".
Sandra Nistri