Continua senza soste, la protesta, e continua la solidarietà verso le lavoratrici dell’Ortofrutticola Mugello di Marradi, giorno e notte davanti ai cancelli della fabbrica. Perché tutto è ancora da risolvere. E l’annunciata volontà dell’azienda, la Italcanditi di Bergamo, di "non chiudere", è perfino un’insidia in più. Perché rischia di condannare la "fabbrica dei marroni" a una morte lenta, meno clamorosa, ma altrettanto disastrosa per le decine di addetti, per i castanicoltori e per il per il paese tutto. Le lavoratrici lo hanno capito bene, e lo hanno capito subito. E per questo hanno deciso che il presidio andrà avanti finché non ci saranno buone notizie vere. Perché la decisione di portar via comunque la lavorazione più pregiata, quella del marron glacé, è notizia cattiva. E le lavorazioni proposte "in cambio" sono meno qualificate e richiedono tempi minori e minor manodopera. Una fregatura, alla fine. "Noi restiamo qui", dicono le donne davanti al cancello. E a manifestare solidarietà arrivano in tanti: i commercianti marradesi, ma anche il Centro commerciale naturale di Dicomano, c’è stata la lista civica di Firenzuola Bene Comune e le donne del Pd, c’è stato il consiglio comunale di Palazzuolo, c’è stata la Coldiretti e pressoché tutti gli amministratori locali mugellani. Intanto continuano senza soste iniziative e spettacoli. Significativo quello in programma oggi, con un gruppo di chef emiliano romagnoli che davanti al presidio terranno uno speciale show-cooking. Materia prima delle ricette, naturalmente, i marroni. Per sottolineare che non si sta discutendo di portare a Bergamo una fabbrica qualsiasi, ma una lavorazione di un prodotto tipico che con la sua eccellenza – è considerato il migliore d’Italia- caratterizza Marradi e tutta l’area.
Paolo Guidotti
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