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Portafogli Bulgari falsi, assolto l'amico di Renzi

L'imprenditore di Scandicci ha sostenuto che qualcuno aveva invece falsificato il suo marchio di fabbrica. E adesso chiede alla griffe oltre 35 milioni di danni

Andrea Bacci esce dalla sua azienda

Firenze, 6 giugno 2017 - Andrea Bacci, imprenditore degli outlet considerato vicino a Matteo Renzi, è stato assolto stamani dal tribunale di Firenze dall'accusa di aver fabbricato nella sua azienda di pelletteria AB Florence di Scandicci 300 portafogli a marchio Bulgari in sovrapproduzione rispetto agli impegni contrattuali, secondo l'accusa al fine di venderli nel mercato parallelo dei beni di lusso. Bacci, difeso dagli avvocati Luca Bisori ed Elisa Bardelli, è stato assolto dal giudice Gianpaolo Boninsegna «per non aver commesso il fatto». Fra l'altro il pm Bonfiglio aveva chiesto l'assoluzione.

I fatti risalgono al 2009, al culmine di un lungo periodo in cui Ab Florence ha lavorato contoterzi per Bulgari, casa che, nella lotta ai falsi, promosse controlli per rintracciare le fonti di provenienza di prodotti che ingolfavano i canali di vendita. Bulgari, è quindi emerso dal processo, setacciò anche le pelletterie esterne a cui affidava parte delle produzioni. Durante uno di questi controlli, un detective privato della casa di moda contattò, come vero 'agente provocatore', un mediatore di Bacci - poi coimputato in questo processo, ma nel frattempo deceduto - pattuendo l'acquisto di una quantità di portafogli realizzati in sovrapproduzione a marchio Bulgari. I portafogli, molto simili agli originali, oltre al marchio Bulgari riportano un codice del produttore e in questo caso il codice era di AB Florence. Sembrò quindi che la pelletteria di Bacci, in illecito contrattuale e penale (art. 517 ter del codice), approfittando di poter lavorare in licenza per Bulgari, avesse fabbricato prodotti in più per smerciarli nel mercato parallelo all'insaputa della casa madre.

Ma Andrea Bacci si è difeso sostenendo che il codice del produttore nei portafogli intercettati con la trattativa di acquisto dal detective privato, non era originale. Si trattava di un codice falso riprodotto molto bene, e peraltro la sovrapproduzione su cui si è indagato risaliva al 2009, quando AB Florence aveva modificato il suo segno di riconoscimento. La vicenda ha guastato i rapporti di lavoro tra Bulgari e la AB Florence, durati circa 25 anni e con ricavi per l'azienda di Scandicci che si aggirava intorno ai 5-6 milioni di euro l'anno: adesso in sede civile è pendente un contenzioso per risarcimento danni promosso dallo stesso Bacci contro la casa di moda.