Divisa russa alla commemorazione dell'eccidio, sindaci e assessori si tolgono la fascia

Ieri la commemorazione a Firenze dell’eccidio nazifascista di Pian d’Albero. Timori per un’eventuale strumentalizzazione russa: celebrazione in forma ridotta, via anche i gonfaloni

La commemorazione dell’eccidio nel 2020 a Firenze

La commemorazione dell’eccidio nel 2020 a Firenze

Firenze, 19 giugno 2022 - Una divisa militare russa e una telecamera e in piazza Elia dalla Costa, a Gavinana, ieri mattina è andato in scena un vero e proprio incidente diplomatico con i gonfaloni della Regione Toscana e dei Comuni di Firenze, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino, Figline-Incisa e Rignano sull’Arno che si sono rapidamente allontanati dalla cerimonia che ogni anno ricorda l’eccidio di Pian d’Albero. Sono i contraccolpi della guerra fra Russia e Ucraina che si sono inevitabilmente abbattuti su una pagina della nostra storia. Sindaci e assessori si sono tolti la fascia tricolore e non hanno voluto prendere la parola: hanno reagito alla possibilità che le immagini dei loro gonfaloni potessero essere strumentalizzate ai fini di una guerra che si combatte anche sul fronte dell’immagine.

Per l’Anpi, l’associazione dei partigiani, sezione di Gavinana, che ogni anno organizza la cerimonia un vero e proprio schiaffo alla memoria di quei caduti, fra i quali c’erano anche dei soldati russi. A Pian d’Albero, 78 anni fa, poco più di un mese prima della liberazione di Firenze, persero la vita, in una rappresaglia tedesca contro civili, partigiani e soldati, 39 persone, il più giovane aveva solo 14 anni. Così, esattamente come ogni anno e senza tener conto della guerra in corso, dall’Anpi, sezione Gavinana, sono partiti gli inviti per la cerimonia. Uno anche all’Ambasciata russa. Stavolta però la divisa dell’addetto navale della Federazione russa, il colonnello Damir Kurmashov, ha creato imbarazzo anche perché, a differenza degli anni precedenti, il militare si è presentato con una telecamera al seguito. Più che sufficiente a far scattare l’allarme e la reazione istituzionale.

A spiegarlo è Alessandro Martini, assessore alla cultura della memoria di Palazzo Vecchio: "Come ogni anno siamo stati in prima fila alla commemorazione dell’eccidio di Pian d’Albero. La memoria delle stragi del nazifascismo e il ricordo delle vittime è per noi un valore che mantiene alta l’attenzione sulla libertà. Non vogliamo però cadere in strumentalizzazioni in un momento in cui un atroce conflitto per mano di un popolo aggressore sta insanguinando l’Ucraina. Abbiamo quindi deciso, insieme agli amministratori degli altri comuni, unitamente al gonfalone della Regione, di partecipare alla commemorazione senza la fascia tricolore e senza i gonfaloni, che sono stati allontanati dal posto per evitarne un accostamento improprio e strumentale a una divisa militare russa e alla corona di gerbere rosse della federazione russa presenti alla celebrazione". L’imbarazzo è rimbalzato fino alla federazione provinciale dell’Anpi e l’incidente diplomatico è sempre più vicino a un caso politico.

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