REDAZIONE FIRENZE

Plures, maxi piano da 2,5 miliardi. Fino al 2029 "la Borsa non serve"

L’ad Irace: "Risponde appieno al raggiungimento degli obiettivi indicati dai Comuni azionisti". Flusso di cassa e obbligazioni (auto)finanziano investimenti quinquennali su energia, acqua e rifiuti. .

Da sinistra il presidente esecutivo di Estra, Francesco Macrì, l’amministratore delegato di Alia Multiutility Alberto Irace e Demetrio Mauro, chief financial officer di Alia Multiutility durante la presentazione del piano industriale ’25-’29

Da sinistra il presidente esecutivo di Estra, Francesco Macrì, l’amministratore delegato di Alia Multiutility Alberto Irace e Demetrio Mauro, chief financial officer di Alia Multiutility durante la presentazione del piano industriale ’25-’29

di Francesco Ingardia

E venne il giorno del Piano industriale di Alia Multiutility da 2,5 miliardi di euro per il quinquiennio 2025-’29. Pardon, non Alia ma Plures spa dal 1 gennaio 2026. Parliamo di un terzo aggiornamento dalla data costitutiva del gruppo industriale toscano nato con l’ambizione di aggregare i servizi dell’energia, idrico e rifiuti per diventare il benchmark dell’Italia centrale, sgomitando con la concorrenza di colossi come A2a, Hera, Iren. Un piano licenziato dai cda di Alia e della consolidata Estra del presidente esecutivo Francesco Macrì, in linea con gli atti di indirizzo emersi dall’assemblea dei soci dell’ottobre ’24: acqua dentro e quotazione a Piazza Affari nel congelatore. Il piano è "fatto in casa", e si fonda sulla capacità "di crescita endogena", per utilizzare il mantra del presidente di Alia Lorenzo Perra.

Nessun aumento di capitale, ma il convitato di pietra è rimasta la quotazione in Borsa. "Non è che è stata esclusa - precisa l’ad Alberto Irace -, non è proprio prevista nell’orizzonte di piano". Poi certo, "tutte le utility italiane sono quotate e io da questa cultura manageriale non posso prescindere" rimarca Macrì dopo aver ricordato quanto l’azienda, autofinanziandosi recepisca "tutte le efficienze e tutte le provviste finanziarie per attuare un piano estremamente sfidante". Piuttosto è "prevista la capacità integrale di finanziamento degli investimenti attraverso i flussi di cassa e il ricorso al debito" - specifica Perra - pari a 936 milioni Tradotto: 2,3 miliardi di flusso di cassa, finanziamenti bancari - come l’ultimo da quasi un miliardo concluso sul finir del 2024 dal pool di banche - ed emissioni di obbligazioni. Per questo Plures sta finalizzando le operazioni per ottenere un duplice rating dalle banche: quello creditizio, ma anche quello Esg legato, in particolare, agli indicatori sulle emissioni inquinanti e sulla sicurezza sul lavoro. L’aggiornamento è imponente, e mira ad accrescere il margine operativo lordo (Ebitda) fino a 648 milioni, centrare 59 milestones di sostenibilità per "guidare la transizione ambientale" e distribuire il 50% degli utili ai Comuni azionisti. E proprio la sostenibilità è il cambio di paradigma proposto dalla governance (in scadenza l’anno prossimo) attraverso la creazione di un unico interlocutore per ambiente, energia, acqua che diventano altrettante ‘business unit’. Lo spacchettamento dei 2,5 miliardi ne affida 1,1 al comparto energia, 900 milioni all’idrico e mezzo miliardo ai rifiuti. Sul quale pesa l’indifferenziato ancora da smaltire fuori regione, al netto di investimenti da ultimare per gli impianti Revet di Pontedera, Dano di Pistoia, San Donnino, più l’hub tessile di Prato.

Dove sta l’inghippo? Sul fotovoltaico. La missione è ridurre la dipendenza dalle fonti fossili realizzando impianti con una capacità complessiva abnorme di 520 megawatt entro il 2029 (785mila megawattore all’anno). Da localizzare dove? Non è dato sapere vista l’ingarbugliato quadro normativo nazionale sulle aree idonee stoppato recentemente dal Tar del Lazio. Plures punta sulle rinnovabili, utilizzando il cavallo di scuderia Estra, anche sulla base del "fidanzamento" da trasformare in "matrimonio" in vista della scadenza nel giugno ’28 del patto di sindacato con cui Alia ha consolidato Estra. Ma la volontà "è quella di andare oltre", promette Macrì.