
di Titti Giuliani Foti
"C’è una frase di Flaubert che forse, meglio di tutte, spiega il fascino immortale del protagonista di quest’opera di Marguerite Yourcenar: “Quando gli dèi non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo”. Adriano è più di un uomo, è l’immagine, o meglio il ritratto di ciò che noi siamo oggi, nelle sue parole ritroviamo le radici del pensiero occidentale e della nostra storia". Pensieri e parole di un regista maestro del teatro italiano come Maurizio Scaparro che dopol’immensa interpretazione di Giorgio Albertazzi torna a dare vita all’imperatore Adriano scegliendo un grande attore come Pino Micol. Uno spettacolo già rodato – andato in scena già prima del lockdown – si potrà vedere al Teatro della Pergola di Firenze, da stasera a domenica 7 novembre (ore 20:45, domenica ore 15:45). Trattasi infatti del un progetto iniziato nel 1989, con protagonista, appunto, Albertazzi e la memorabile prima nella Villa Adriana di Tivoli, e che vede adesso la ripresa firmata Ferdinando Ceriani, da sempre vicino a Scaparro. L’Imperatore Adriano interpretato da Micol è più di un uomo, l’immagine o, meglio, è il ritratto di ciò che siamo oggi. Un’ altra lettura che si discosta dall’Adriano di albertazziano, che è altro da lui. Restano nelle parole di Adriano le radici del pensiero occidentale e della nostra storia. In un mondo dove i fondamentalismi e l’ignoranza seminano morte e distruzione, questa immaginaria autobiografia epistolare, intensa e suggestiva, è più attuale che mai. Dice il testo: "Non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole. E se i barbari s’impadroniranno mai dell’impero del mondo, saranno costretti ad adottare molti nostri metodi; e finiranno per rassomigliarci".Yourcenar: un mito.