
Presidio dipendenti Pineider in piazza Rucellai
Firenze, 28 ottobre 2014 - Piu' di cento firme per la petizione dei lavoratori di Antiche Officine Pineider, che oggi hanno scioperato e dato vita ad un presidio con il quale hanno raccolto firme per il rilancio dell'azienda e contro il rischio di chiusura. Il 3 novembre prossimo, afferma la Filcams-Cgil, ci sara' un incontro in Provincia con le istituzioni locali: i lavoratori daranno vita a un nuovo presidio con raccolta firme e volantinaggio. Ieri l'azienda aveva avviato l'apertura di Cassa integrazione a zero ore per tutti e 13 i lavoratori.
ALLA porta di Pineider – che una volta era in piazza Signoria – bussavano, e bussano ancora, nomi illustri, personaggi del jet set, famiglie reali, attori e attrici, letterati di fama. E’ quindi ancor più doloroso vedere questo storico marchio fiorentino – nato nel 1774 grazie a Francesco Pineider – che rischia di morire. Non è purtroppo una novità la scomparsa di antiche botteghe fiorentine che hanno dato lustro, nel mondo, alla nostra città. La lista è lunga e diventa perfino difficile intravedere un argine solido a questa lenta agonia.
STAMANI dalle 9 a mezzogiorno i 13 dipendenti rimasti delle Antiche Officine Pineider, si sono trovati a Vallina nel comune di Bagno a Ripoli, manifestando davanti al negozio di piazza Rucellai, dove hanno dato vita ad una raccolta di firme per chiedere solidarietà e «non disperdere un patrimonio così importante della nostra città». L’agonia delle Antiche Officine Pineider va avanti da oltre un anno. Il motivo per cui i dipendenti scendono di nuovo in strada è «l’apertura della cassa integrazione a zero ore per tutti e tredici lavoratori e lavoratrici. Viene spontaneo chiedersi – alza la voce Chiara Liberati della Filcams Cgil – quali siano le vere intenzioni di questa azienda e come sia possibile non riuscire a rilanciare un marchio che è richiesto da tutto il mondo. Pineider è un piccolo gioiello fatto di alte professionalità, con un’arte unica nelle mani – aggiunge accalorandosi la sindacalista Cgil – Oggi si trova ad affrontare una crisi che non dipende solo dal contesto economico difficile ma soprattutto dalla inadeguata gestione da parte della proprietà».
I BIGLIETTI da visita e delle partecipazioni di nozze, i passacarte di pelle cucita a mano, le stilografiche, i mille oggetti che hanno portato questo marchio nel mondo rischiano di svanire. Dopo la cassa integrazione a fine 2013, ora di nuovo il ricorso agli ammortizzatori sociali, a zero ore, per tutti i dipendenti. A ninte finora sono valsi l’impegno del sindacato, oltre che quello della Provincia e del sindaco di Bagno a Ripoli, per scongiurare l’aggravarsi della situazione.
COSÌ i lavoratori hanno deciso di ricorrere allo sciopero, ieri e oggi, e chiedono sostegno per evitare l’incubo della chiusura dell’azienda. Uno scenario drammatico. Con le Antiche Officine Pineider scomparirebbe non solo un altro prestigioso marchio fiorentino ma anche l’arte del lavoro custodita dai suoi dipendenti.