CHIARA CASELLI
Cronaca

Der Junge Lord al Maggio: "I giovani pronti a brillare. E vi faranno riflettere"

Il maestro Fratini: "Il nostro Coro è unico e ne siamo fieri: le nuove leve stanno lavorando a livelli altissimi. Ecco perché siamo unici in Italia".

,L’opera di Hans Werner Henze in scena al Maggio domenica alle 17 (poi il 28 e il 31)

,L’opera di Hans Werner Henze in scena al Maggio domenica alle 17 (poi il 28 e il 31)

Protagonista il coro. Anzi tre: una quarantina di elementi del Coro del Maggio Fiorentino che rappresentano il popolo di un’ignota cittadina, 30 voci bianche cioè i chiassosi bambini del paese e un gruppo di giovani esordienti selezionati che provengono da conservatori, licei musicali, scuole della Toscana, che impersonano un manipolo di aristocratici snob. Questi ultimi, visti e presi, si apprestano a calcare uno dei palchi più prestigiosi insieme a tanti personaggi e voci soliste. Il contesto è il Der Junge Lord, l’opera di Hans Werner Henze in scena al Maggio domenica alle 17 (poi il 28 e il 31), scritta nel 1965 con la poetessa Ingeborg Bachmann. Parla di una comunità stravolta dall’arrivo di un nobile inglese, Lord Edgar, con un improbabile seguito di personaggi. "Largo ai giovani" spiega Lorenzo Fratini, celebrato maestro del Coro del Maggio. "Capita spesso di dover integrare le nostre forze e le abbiamo trovate. Speriamo che questi ragazzi crescano, studino e riescano a entrare nel coro stabilmente. È difficile per i teatri d’opera di tutto il mondo trovare voci idonee. Vanno tirati su, ma siamo stati contenti di questa integrazione. L’età media è 25-30 anni".

Che atmosfera che si respira durante le prove?"Un fervore travolgente che arriva dai giovani, ma non solo. Quando alla fine della prima prova del Requiem di Verdi col maestro Mehta, un’artista novizia del coro ha esclamato ’ma questo è davvero un bel pezzo!’, noi che conosciamo ogni nota a memoria siamo scoppiati in una risata compiaciuta. È bello assistere al passaggio del testimone. I giovani danno un apporto decisivo a livello fisico e acustico, ma il Coro del Maggio è entusiasta per definizione. Una compagine che in 15 giorni canta quattro programmi diversi, da Verdi a Britten, da Poulenc a Prokofiev e dopo affronta due giorni di prove di regia del Giovane Lord senza batter ciglio vuol dire che è entusiasta a prescindere e non si spaventa".

Una delle migliori formazioni al mondo, si dice…"Sicuramente la più particolare. In Italia sono tanti i teatri lirici, come la Scala; altri, come l’Accademia di Santa Cecilia a Roma, si dedicano solo al repertorio sinfonico. Il Coro del Maggio è l’unico che affronta sinfonico e corale allo stesso livello e questo a detta dei grandi direttori è il suo punto di forza. Sappiamo mettere nell’opera la disciplina della musica sinfonica e nella musica sinfonica la tecnica dell’opera. E ne siamo fieri".

Come sarà questo Der Junge Lord?"Vale la pena di essere visto. Il linguaggio di Henze, pur frutto del Novecento storico, è comprensibilissimo e non deve far paura alle orecchie del nostro tempo: tra marce, valzer e ballabili, parla in modo sofisticato ma gradevole. Un’opera buffa che fa riflettere: un caleidoscopio di tante umanità e una condanna di pregiudizio e ipocrisia. All’inizio il popolo è incuriosito, prevenuto, schizzinoso. Poi il giovane lord diventa una sorta di influencer: rompe una tazza e tutti replicano questo gesto; balla in modo forsennato e tutti ballano; si mette il tutù e tutti fanno altrettanto. Il pubblico ride, ma il risvolto è amaro. Alla fine quando tutti scoprono che si tratta di una scimmia, il lord anziano la prende per mano e la porta via. E arriva il groppo in gola…"

Chiara Caselli