Pil a crescita lenta, ma costante L’export spicca il volo nel 2024 E Firenze resta nella top ten

Il rapporto della Camera di Commercio vede le nubi diradarsi sull’economia fiorentina. A tirare di più sono terziario e turismo, scongiurato il crollo dei consumi delle famiglie.

Pil a crescita lenta, ma costante  L’export spicca il volo nel 2024  E Firenze resta nella top ten

Pil a crescita lenta, ma costante L’export spicca il volo nel 2024 E Firenze resta nella top ten

Ci sono ancora nubi sull’economia fiorentina, che potrebbero però dissolversi dal 2024. Secondo le stime del rapporto della Camera di commercio di Firenze, il quadro è ancora incerto, con l’export che a consuntivo 2023 potrebbe dimezzare la sua crescita rispetto all’anno precedente (+1,5 per cento contro il 3 per cento di un anno fa), per poi risalire, però, nel 2024 e portarsi al +3,5 per cento. Se si guarda alle esportazioni al netto dell’inflazione, anche il 2022 non è stato poi così brillante da questo punto di vista, seguito dal rischio di una stagnazione nel biennio 2023-2024, conseguenza, si spiega nel report, del "maggior incremento delle importazioni", del "rallentamento della domanda internazionale" registrata quest’anno e del "leggero apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro nei primi mesi 2023". Firenze e la Toscana, comunque, al quarto trimestre 2022 e rispetto allo stesso periodo 2021, si collocano nella top ten delle province e delle regioni italiane per export. In dettaglio, la Toscana si colloca in quinta posizione con una quota dell’8,8 per cento sul totale nazionale delle esportazioni e un variazione del +14,3 per cento a fine 2022.

Firenze occupa invece la sesta posizione, mantenendo una percentuale di incidenza del 3,2 per cento e una variazione del +14,2 per cento. Sempre secondo le stime della Camera di commercio di Firenze, il Pil 2023 si attesterà al +1,3 per cento, contro il +3,9 per cento del 2022. A rallentare saranno soprattutto le costruzioni, probabilmente anche a causa della stretta sul Superbonus, che scenderanno dal +5,3 per cento del 2022 al +1,8 per cento del 2023. E’ comunque un dato, quello del Pil 2023, che si può considerare positivo, in quanto le prime stime erano più pessimistiche, per un ristagno dell’economia.

Segnali positivi arrivano anche dal turismo e dal terziario in generale, mentre sul fronte dei consumi delle famiglie sembra scongiurato il crollo, nonostante i rincari e l’aumento del costo del denaro. L’aspettativa è infatti per una chiusura del 2023 al +1,2 per cento, per proseguire con un +1,1 per cento nel 2024. Oltre ad un buon andamento dell’occupazione, l’intonazione positiva dei consumi si spiegherebbe anche con il cambiamento delle abitudini di acquisto. Il ‘consumer’ è ormai a tutti gli effetti un ‘prosumer’.

Termine che si usa, spiega il report della Camera di commercio di Firenze, per indicare "un consumatore maggiormente consapevole, attento ai prezzi dei prodotti e alle relative variazioni, ma anche meno fedele al marchio del distributore oltre che dei prodotti, in grado di selezionare cosa comprare e decidere come consumare, cercando di attenuare l’impatto dei forti aumenti di prezzo sul reddito familiare". Ciò ha portato le famiglie, alla prese con i continui e forti rincari, ad evitare gli acquisti impulsivi e compulsivi e d a selezionare i canali di acquisto, dove fa da padrone il commercio elettronico, che "dopo il decollo nel corso della pandemia ha acquisito carattere strutturale", insieme anche alla ripresa della domanda nei discount".

Monica Pieraccini

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