Benzina per eliminare i pidocchi. Pesanti accuse per la mamma

Trattò i pidocchi con la benzina: lesioni gravissime per la figlia 12enne

Ospedale

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Firenze, 6 ottobre 2018 - Sua figlia ha rischiato la vita e porterà addosso per sempre i segni di quello sciagurato incidente domestico. E adesso lei, la mamma, rischia il processo. La procura di Firenze ha chiuso le indagini nei confronti della mamma di Coverciano che, nel luglio dell’anno scorso, durante un impacco con la benzina per toglierle i pidocchi, ustionò seriamente la testa di sua figlia, di appena dodici anni.

Innanziyutto, le indagini, condotte dal pubblico ministero Beatrice Giunti, hanno ricostruito nei dettagli cosa successe quel giorno. La donna, imprudentemente, cosparse la testa della figlia di benzina perché convinta che a quel modo la pediculosi sarebbe passata più in fretta: fece questa operazione nei pressi del piano cottura della cucina dove c’era una fiamma accesa. La vampata avvolse la testa della bambina.

Ustioni generalizzate di primo, secondo e terzo grado sul volto, il collo, le spalle, le braccia e perfino parte di una gamba e di un piede. Nei mesi successivi, la bambina, rimasta in coma farmacologico per un mese e mezzo, ha dovuto subire dieci interventi chirurgici. Ebbe problemi anche alle vie respiratorie per via dei fumi inalati.

La procura contesta alla donna, 39 anni, assistita dall’avvocato Gianluca Gambogi, le lesioni personali colpose aggravate.

Resta un mistero perché, benché in casa siano stati rinvenuti anche specifici prodotti per la disinfestazioni della testa dai pidocchi, sia stato scelto quel maledetto impacco di benzina e non sia stato calcolato il rischio di compiere quell’operazione proprio mentre c’era la pentola sul fuoco per la preparazione della cena.

Il magistrato ascoltò anche la versione della bambina.

La piccola ha riferito che fu il parrucchiere, una volta appurata la presenza dei pidocchi, a suggerire di intervenire con la benzina. Così, ha raccontato ancora la dodicenne, la madre avrebbe preso la benzina a un distributore, mettendola in una bottiglia. A casa sarebbe quindi cominciato il trattamento. Mamma e figlia si sono messe nel bagno, ma poi si sono spostate nel lavandino della cucina, più capiente.

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