Piano rifiuti, l’ora della svolta: "Bisogna chiudere presto il ciclo"

Confservizi-Cispel Toscana: "Noi siamo per la neutralità tecnologica". La Toscana è "all’avanguardia"

C’è un merito immediato. La polemica innescata da Prato sull’efficacia del Piano rifiuti toscano grazie alle parole della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti ha riacceso i riflettori su un nodo ancora irrisolto. E ha cancellato il silenzio che la campagna elettorale aveva avuto finora su un tema tanto delicato. Ccon la complicità di diverse associazioni di categoria. Un personaggio che naviga tra la politica e la guida di grandi società senza aver paura di dire la sua è Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel Toscana (l’associazione regionale delle imprese di servizio pubblico) ma anche presidente di Publiacqua. Tanto che sottolinea: "Noi di Confservizi Cispel siamo sempre stati per la neutralità tecnologica: bene potenziare i termovalorizzatori tradizionali esistenti, bene fare scelte innovative come i gasificatori o l’ossicombustione, come hanno proposto i nostri gestori".

In generale Perini offre questo scenario: "Che la Toscana debba chiudere il ciclo dei rifiuti urbani al suo interno, con impianti in regione, evitando di esportare e riducendo la discarica, è chiaro a tutti. Solo così, oltre a rispettare il principio di prossimità e ridurre gli impatti ambientali, daremo certezza ai flussi di trattamento e stabilità alle tariffe per cittadini ed imprese".

Perché "dipendere da impianti di altri luoghi produce insicurezza e costi non controllabili". Su quali impianti realizzare la Toscana discute da molto tempo. "C’è un percorso di Piano regionale in fase finale di approvazione, c’è stato un avviso pubblico della Regione che ha chiesto a tutti gli attori di avanzare proposte per chiudere il cerchio - sottolinea Perini - I gestori toscani hanno avanzato molte proposte, in tutte le filiere di recupero e smaltimento, anche beneficiando delle risorse del Pnrr". Il parco progetti così definito è in buona parte autorizzato e in fase di costruzione o di prossima apertura, come l’ossicombustore di Peccioli, l’ampliamento del termovalorizzatore di Arezzo, alcuni digestori anaerobici in tutti e tre gli Ato, impianti per Raee e tessili. Altri sono in fase di presentazione della documentazione tecnica. "Se tutti gli impianti proposti verranno realizzati, la Toscana sarà finalmente autosufficiente, ed il Piano regionale avrà ottenuto il suo risultato". Quanto alla discussione sul tipo di impianti, "noi siamo sempre stati per la neutralità tecnologica". E’ fondamentale per Perini che "ora sia approvato il Piano" e che si facciano gli impianti previsti, semplificando le procedure e superando i conflitti locali. Il tema dei rifiuti tessili ad esempio è centrale: "Il fast fashion - ricorda - ha portato ad aumentare la quantità di rifiuti tessili nei rifiuti urbani, gli scarti di lavorazione dei nostri distretti della moda sono ingenti. La risposta è l’hub tessile di Prato". Complessivamente "le aziende toscane hanno risposto presente di fronte alla solleciatazione della Regione, dimostrando un’ottima capacità progettuale, un cambio di passo al servizio della collettività".

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