Piaga caporalato Turni di 12 ore al giorno Imprenditori arrestati

Lunghe indagini dei carabinieri in un’azienda di pelletteria. I dipendenti venivano sfruttati e pagati la metà di quanto dovuto

I Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro di Firenze e del Comando provinciale, ieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Firenze su richiesta della procura, nei confronti di due cittadini cinesi, indagati in ordine al reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” (art. 603 bis del c.p.).

I due, titolari di un’impresa di lavorazione di prodotti in pelle, impiegavano alle proprie dipendenze 5 lavoratori stranieri di cui 4 formalmente assunti con contratto part time ed 1 ’a nero’.

Gli operai erano costretti a lavorare circa 12 ore al giorno 6 giorni alla settimana, talvolta anche durante giornate festive infrasettimanali, tipo il 1°maggio e retribuiti circa la metà di quanto avrebbero dovuto, in relazione al lavoro effettivamente prestato. Inoltre i lavoratori non erano stati sottoposti a visita medica preassuntiva, non avevano ricevuto formazione e informazione, erano sprovvisti di abbigliamento adatto e di dispositivi di protezione individuali. Uno di loro dormiva nell’azienda stessa. Le indagini hanno avuto inizio da un’ispezione dell’aprile 2021. Mediante servizi di osservazione diretta e attraverso videoriprese sono stati raccolti elementi che hanno consentito l’emissione della misura cautelare oggi eseguita, nel corso del procedimento penale tuttora in fase di indagini preliminari.

Il Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, mediante le sue articolazioni (Nuclei Carabinieri

ispettorato del lavoro) svolge una costante attività di controllo su tutto il territorio nazionale,

unitamente alle altre componenti dell’Arma, con lo scopo di prevenire e reprimere ogni forma di sfruttamento e di tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori.

Nota a margine, ma non di poco conto: la notizia è generica, non contenendo dettaglie e riferimenti particolari. Neppure sulla dislocazione dell’azienda. Si presume all’Osmannoro, dove è concentrato il distretto che lavora all’altra moda, a più basso costo. E spesso al confezionamento dei falsi delle più note maison. Si presume, però. Men che meno ci sono notizie su nomi, fatti, circostanze: effetti del decreto legislativo sulla ’presunzione d’innocenza’ con le procure ’costrette’ a licenziare e a proporre comunicati stampa anonimi, sin troppo scarni. Mezza informazione uguale non-informazione. Basta saperlo.

g.sp.

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