Pd e Fratelli alla disfida dei gazebo "Il gesto più eversivo? Stringere mani"

Una campagna elettorale anomala e imprevedibie tornata a giocarsi sul campo in mezzo alla gente. E sui social la cartina di tornasole. Chiusura con Bersani per il Pd. E Renzi pensa ai fuochi d’artifico

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Anomala, atipica e soprendente. Per i candidati e i sostenitori dei partiti che al Pd cercano di rosicchiare un primato mai scalfito a Firenze la campagna elettorale è diventata una giostra. L’antica disfida ai gazebo con volantinaggio, che sembrava diventata ormai un’operazione da amarcord, si è trasformata in un colorato duello con ribaltamento di fronti. E’ successo così che ai cinquanta banchini organizzati per promuovere idee e un programma raffazzonato per la fretta e per gli eventi che non danno tregua, i dem e Fratelli d’Italia si sono quasi sempre ritrovati fianco a fianco sotto i candidi tendoni. Basterebbero due emoticon a descrivere la scena al mercatone delle Cascine: a sorpresa una fila di gente davanti al banco dei fratellini di Meloni. Chiedono informazioni, inneggiano alla sicurezza, sparano sul degrado del parco controllato dagli spacciatori, se la prendono con chi governa per i ritardi dell’aeroporto. Una roba così a Firenze, anche solo due anni fa, non sarebbe stata immaginabile. I compagni del Pd restano a bocca asciutta.

Una campagna dove si torna a stringere le mani, dal mercato allo stadio, dalle case minime alla Coop. E stringere le mani, dopo due anni di divieto, è il gesto più sentito di mille colpi di clic sulla tastiera. Quasi eversivo.

Sui social, poi, arriva la verifica. I social fanno da cartina di tornasole. Si spernacchia chi ha sbagliato mira. O chi l’ha sparata troppo grossa. Ma è sul campo che ci si torna a misurare.

I tabelloni elettorali sono quasi vuoti. E gli attacchini con manifesti, secchi e scopa non sono più i giovani ardenti di passioni politiche. Anche nel Pd di notte a spazzolare i manifesti di colla ci sono il consigliere regionale Andrea Vannucci e il presidente del Quartiere 2, Michele Pierguidi: sì loro, quelli che la notte è piccola e ci si diverte da eterni ragazzi col pulmino tutti insieme.

Ognuno ha il suo stile da campagna elettorale. Nel duello per il Senato Fratelli d’Italia ha rinunciato prima di rendersi conto che la partita era da giocare. Stefania Saccardi ingrasserà: cene, cocktail, pranzi e merende. A casa di amici. Con tanta gente. Poche parole. L’ha pensata così, sperando che Ilaria Cucchi l’avrebbe aiutata conoscendo poco il territorio. Ma mai immaginando che gli avrebbe offerto due assist micidiali: "ero di destra" e "no all’aeroporto". Bum. E il divario si accorcia.

Forse che sì, forse che no Matteo Renzi è tentato di risalire sul camper e pensa al colpo di genio per la chiusura. Il Pd passa e chiude con la passerella di Bersani al Teatro di Rifredi. Le giornate si accorciano, il tempo e poco. Nella terra rossa il Pd è proprio la terra che si sente mancare sotto i piedi. Sarà primo partito? Probabile. Ma nella vita è una questione di centimetri. E le distanze, stavolta, potrebbero essere più brevi.

Ilaria Ulivelli

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