MONICA PIERACCINI
Cronaca

'Giubbe Rosse e Paszkowski cercano acquirenti'

Per un’impresa familiare mantenere 40 dipendenti e pagare affitti che vanno dai 25 ai 45mila euro il mese è diventato impossibile

Aldo Cursano

Firenze, 31 gennaio 2016 - UNA CITTÀ tutta in vendita. Non solo Rivoire. Le famiglie fiorentine che per quaranta o cinquant’anni hanno fatto la storia del commercio sono arrivate ad una svolta. Troppo spesso manca il cambio generazionale e costa troppo mantenere un’azienda che propone insieme al caffè di altissima qualità la pralina fatta dal maestro pasticcere e la tazzina Richard Ginori, serviti sotto lampadari dalle mille luci. Così si mette in vendita e si aspetta. Nessuno di loro vende al primo che capita. Anzi. Si cerca il compratore adatto, che mantenga il livello dell’esercizio nel quale le famiglie e i dipendenti hanno messo per decenni tanta passione. Come ha fatto Rivoire, ma come potrebbero fare presto altri esercizi storici del centro. Aldo Cursano, presidente Fipe Confcommercio, ci racconta che «anche le Giubbe Rosse sono in vendita. Gli attuali proprietari dello storico locale e dell’adiacente ristorante Pescerosso cercano un acquirente, una grande società in grado di continuare a tenere alto il nome del caffè in cui si è scritta la storia letteraria e culturale del nostro Paese. In vendita da tempo – aggiunge Cursano – anche Paszkowski, in piazza della Repubblica, e il ristorante Sabatini, che nel frattempo tenta di reinventarsi vendendo cene su Groupon».

Ma chi è dentro il commercio fiorentino giura che tutti i locali storici di Firenze siano in vendita, nessuno escluso. Aspettano importanti compratori, con tanti soldi, sognando arabi e cordate balcaniche. «Non c’è un caso Rivoire. Se i proprietari degli esercizi più noti in città trovano l’acquirente giusto, è certo che vendono», commenta Stefano Fontinelli, di Confesercenti Firenze. Il pericolo di uno stravolgimento, però, non esiste. «Gli acquirenti non possono che essere molto selezionati, sia per l’alto costo degli affitti, sia per i vincoli, imposti dai regolamenti comunali, che hanno i locali storici. E oggi più che mai. La nostra città – sottolinea Fontinelli – sta facendo il possibile per tutelare i negozi storici, ma purtroppo siamo ai cambi generazionali». La trasformazione del centro di Firenze, però, secondo Aldo Cursano, è anche legata agli affitti troppo alti. «Nei caffè storici c’è un’unicità di offerta, dalla pasticceria alla cioccolateria, che oggi non è più sostenibile. Per un’impresa familiare mantenere 40 dipendenti e pagare affitti che vanno dai 25 ai 45mila euro il mese è diventato impossibile. Per questo poi si va verso l’omologazione e l’industrializzazione delle attività».