Ostacoli, inciviltà e voglia di regole. La vita dei pedoni è tutta in salita

Auto selvagge, bici sui marciapiedi e semafori impossibili. Quando camminare diventa un’avventura. Il nostro test al fianco di una residente over 70: "Ecco le trappole che peggiorano la qualità della vita".

Ostacoli, inciviltà e voglia di regole. La vita dei pedoni è tutta in salita

Ostacoli, inciviltà e voglia di regole. La vita dei pedoni è tutta in salita

di Carlo Casini

FIRENZE

Mobilità dolce, città ciclabile: ok, ma i pedoni? I piedi sono il mezzo più ecologico ed economico e camminando, il centro si traversa in un tiro di schioppo: da Porta alla Croce a Porta San Frediano sono una quarantina di minuti appena, e anche allargando alle prime periferie, da Ponte a Verrazzano a Ponte alla Vittoria giusto un’ora. Però a chi decide di consumare le scarpe piuttosto che le gomme non viene riservata altrettanta attenzione: attraversamenti difficili, buche, ostacoli di ogni sorta sono all’ordine del giorno, soprattutto se si è in là con gli anni.

Per testare le piccole difficoltà di ogni giorno, affrontiamo una passeggiata quotidiana ‘tipo’ in Oltrarno con Patrizia Conti, maestra in pensione e volontaria dell’Auser del Qe 4, che a 70 anni si mantiene attiva macinando l’asfalto a suon di suole. "Di media circa 3 chilometri al giorno – spiega – in città se posso preferisco muovermi a piedi". Punto di partenza, il Teatro Florida di via Pisana alle 15,15. Fino al muro di Villa Strozzi tutto a posto, anche se il marciapiede stretto è disagevole, ma poi cominciano i primi ostacoli. "Finisce l’asfalto e comincia il selciato a pietre sconnesse, inciampare è facile ed è difficile da percorrere un anziano col deambulatore o un genitore col passeggino". Ma sopra la testa incombe un altro pericolo: dalla scarpata del parco penzolano rovi spinosi, qualcuno ha avuto la sfortuna di prenderseli negli occhi: "Davanti ai cassonetti ci scaricano ingombranti, spesso si fa le gimkane tra i rifiuti". Nel frattempo più di una bicic passa contromano sul marciapiede. Prima tappa Esselunga, ma attraversare non è semplice: "C’è il dosso con le strisce, ma non rallenta, bisogna fare gli atti di forza con le macchine che corrono". Seconda tappa, piazza Pier Vettori e qui il giro che impongo le strisce è lungo: "Per continuare a diritto verso San Frediano, bisogna traversare tre volte".

Da dopo via Cavallotti le pietre si fanno ancora più sconnesse: "Questo è anche un tratto di strada frequentato molto dagli anziani: ci sono gli ambulatori, la farmacia, i negozi, le trattorie". E in questo tratto storico si fanno strada i ricordi: "Sono originaria di San Frediano, cresciuta a Monticelli. Ho visto cambiare il quartiere, prima erano tutte botteghe di artigiani, ora tutte per turisti. Questa è una città di vecchi e di turisti, servizi per turisti ce ne son tanti, ma per gli anziani pochi".

Terza e quarta tappa gasometro e Asl di Santa Rosa, punti importanti in zona per gli anziani: "Qui per fortuna i marciapiedi sono larghi e ben tenuti, gli attraversamenti semplici". Giro di boa e si torna indietro da via della Fonderia-via Bronzino: "Via Bronzino ha un manto migliore, ma è più rumorosa e inquinata, sempre macchine in coda, anche se meno di qualche anno fa". Punto critico, il semaforo con via Giovanni della Casa: "Dura pochissimo". Dopo 50 secondi di rosso, appena 5 secondi di verde pedonale, poi scatta l’arancione che costringe a trottare. Per i pedoni che vanno in direzione centro è anche pericoloso, perché le macchine che svoltano a destra da via Bronzino verso via Pisana non danno la precedenza. Alle 16,15 siamo nuovamente al Florida. Alla domanda se esca a piedi anche di sera. "Evito, giusto qualche volta per andare a teatro ma sempre accompagnata da qualcuno, da sola questo quartiere è diventato rischioso".

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