
Mercoledì 9 febbraio: i castellani se la ricorderanno come una data ‘storica’, quella in cui è iniziata la demolizione del ‘loro’ ospedale. Ieri mattina le ruspe hanno iniziato ad abbattere i primi blocchi del Santa Verdiana. Colpo dopo colpo, la benna ha buttato giù mura e colonne di quello che per tanti anni è stato il principale presidio sanitario della Valdelsa. L’operazione è propedeutica all’avvio del primo lotto di lavori, quello da 8,5 milioni di euro, che in base al cronoprogramma si concluderà in un paio di anni.
Durante questi lavori sarà appaltato il secondo lotto da 5 milioni di euro. Questo primo step prevede la demolizione dei due vecchi edifici A e F. Dopodiché si passerà alla costruzione di nuovi immobili dove troveranno spazio il reparto di cure intermedie con 12 posti letto e il centro disturbi alimentari con 10 posti letto. Nel lotto dei lavori è prevista anche la riqualificazione di tutta l’area circostante con un nuovo parco che andrà a collegarsi a quello della Pieve.
La seconda parte dell’intervento dovrà invece portare alla realizzazione dell’hospice con 8 posti letto. Per un altro anno di lavori. Ad intervento concluso l’ospedale di via dei Mille si presenterà con una veste completamente nuova da quella da sempre conosciuta dalla comunità locale e non solo. Nel momento in cui Castelfiorentino avrà di nuovo un ospedale funzionale l’obiettivo dell’amministrazione è poter offrire servizi aggiuntivi, anche un punto di primo soccorso sempre attivo e non legato al 118. Tra l’altro, la rinascita del Santa Verdiana sarà sostenuta anche da 13 milioni di euro, frutto di un recente accordo tra Regione e ministero della Salute. Si tratta di un finanziamento extra, soldi in più, dunque, rispetto all’appalto già operativo. Le nuove risorse saranno impiegate per la riqualificazione del complesso ospedaliero sia dal punto di vista dell’adeguamento antisismico sia della normativa antincendio. Quella del Santa Verdiana è una vicenda travagliata. La notizia della sua chiusura, aprile 2013, fu un fulmine a ciel sereno. Soprattutto perché il blocco vulnerabile era il più nuovo, ristrutturato con un milione e mezzo di euro. Quello che sembrava un ospedale modello in realtà poggiava su una struttura di cemento così malmessa che, secondo gli stessi tecnici dell’Asl, rischiava di venire giù da un momento all’altro. Fu così chiuso e svuotato con la promessa che sarebbe stato ricostruito ex novo. Dopo quasi nove anni i primi lavori sono partiti.
Irene Puccioni