REDAZIONE FIRENZE

Oscar Ghiglia, un protagonista del Novecento

Il suo fu un "ritorno all’ordine" originale e personale, così come il suo sguardo attento alla classicità. Eppure, per quanto adorato dai committenti, Oscar Ghiglia non ha mai avuto un giusto riconoscimento fra i protagonisti dell’arte dei primi decenni del Secolo Breve, neppure fra i pittori del “realismo magico“, con i quali condivide invece atmosfere e sospensioni, cromie e inquietudini.

Nato a Livorno nel 1876 e profondamente legato ad Amedeo Modigliani, Ghiglia scelse poi Firenze come città di sviluppo artistico, con lo sguardo fermo sugli insegnamenti di Fattori, ma sempre pronto ad accogliere le novità d’Oltralpe. Firenze però non ha mai trovato il modo di rendere omaggio alla sua pittura.

La lacuna è colmata ora da una mostra che si apre oggi a Palazzo Medici Riccardi (fino al 13 settembre) dal titolo “Oscar Ghiglia. Gli anni di Novecento”, a cura di Leonardo Ghiglia, Lucia Mannini e Stefano Zampieri, promossa da Città Metropolitana di Firenze e organizzata da Mus.e, in collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio.

In sessanta opere, provenienti quasi tutte da collezioni private, si ricostruisce il suo percorso artistico, evidenziando come il pittore italiano, di radice eminentemente toscana, riesca a esprimere un profondo legame con le vicende artistiche europee del suo tempo.

Tra i dipinti in mostra, “La modella“ (1928-29), assunta a icona di questa mostra, a fianco dei meravigliosi accordi compositivi, cromatici e poetici sviluppati dal pittore nei suoi ritratti e nelle sue nature morte, fra cui “Alzata con arance“ del 1915-1916 o gli “Iris“ del 1921.

Olga Mugnaini