
E’ un legame forte, ‘di sangue’, quello che lega l’esercito brasiliano alle colline di Fucecchio. Lo testimonia ancora oggi una marginetta, forse l’unico monumento lasciato dagli alleati durante la seconda guerra mondiale, che si trova tra le località di Staffoli e Poggio Adorno. La grotta, realizzata dai soldati brasiliani tra il 1944 e 1945 che ricorda per immagine e somiglianza quella di Lourdes, era il luogo di meditazione e preghiera per quei giovani sudamericani venuti in Italia per liberarci dalla guerra. La marginetta, riscoperta e valorizzata da un cittadino del luogo, Giuliano Cappelli, ogni anno, nei giorni antecedenti il 25 aprile, è mèta di una commovente cerimonia in ricordo di quei giorni e del bellissimo legame che si instaurò tra i pracinhas brasiliani e la popolazione del posto.
Venerdì scorso, il sindaco di Fucecchio, Alessio Spinelli, ha rinsaldato il rapporto presiedendo a Roma alla cerimonia organizzata dall’ambasciata del Brasile in occasione della presentazione del libro "La Feb in Italia". "Celebrare la Liberazione – ha detto il sindaco Spinelli - vuol dire anche ricordare il sacrificio dei soldati alleati che combatterono per la nostra libertà. Come la Força expedicionaria brasileira che abbiamo celebrato a Roma con l’ambasciatore Helio Victor Ramos Filho, con il colonnello André Luiz dos Santos Franco e con il generale di brigata dell’esercito italiano Oreste Casella".
Sul territorio fucecchiese, nell’attuale parco di Montefalcone, il contingente brasiliano aveva allestito un accampamento fatto di tende e baracche di legno, realizzando anche la marginetta religiosa. "Qui facevano base circa 5mila soldati divisi in 17 compagnie – racconta Cappelli, appassionato di storia e archeologia – Nei giorni di riposo dagli impegni militari, i soldati giravano per i paesi e facevano conoscenza con la gente del posto. A Ponte a Cappiano venivano organizzate anche delle serate danzanti e in quelle occasioni sono sbocciati tanti amori. Dalla permanenza dei soldati brasiliani sono scaturiti 54 matrimoni con giovani donne del posto. Negli anni scorsi alcuni veterani sono tornati in visita. Ho assistito personalmente a un incontro tra un residente di Staffoli e un ex soldato dell’esercito brasiliano. E’ stato commovente: non si vedevano da 70 anni, ma si sono riconosciuti subito. Si sono abbracciati e hanno pianto".
Irene Puccioni