
Ognissanti, hotel verso il pienone. Ma crisi e guerre guastano il Natale
Firenze, 28 ottobre 2023 – Guerra, inflazione e mercato americano. Se l’estate, parlando di turismo, è andata bene con aumenti di quasi il 7% rispetto all’anno scorso, quali sono le previsioni per la prossima stagione in città? A quasi quattro anni dallo scoppio del covid i livelli stanno lentamente tornando alla normalità, ma il peso del carovita sulle spalle delle famiglie italiane e le ricadute internazionali del conflitto palestinese potrebbero mischiare le carte in tavola. Le prossime due grandi prove per il settore saranno il ponte del primo novembre e il periodo natalizio.
Per il primo le aspettative di Federalberghi Firenze sono positive: "Le sensazione sono buone – spiega il presidente Francesco Bechi – c’è una clientela nazionale che aldilà dell’aumento dei costi, approfitta di queste occasioni per potersi spostare". Ma per Bechi l’inflazione e la crisi nazionale potrebbero creare delle ripercussioni anche sulla componente nostrana. "C’è il rischio che la contrazione della capacità di spesa porti delle conseguenze negative – aggiunge – Per il Natale la speranza è di replicare i risultati delle scorse feste, magari con qualcosa in più" conclude, auspicando che nel 2024 si replichino i livelli visti nel 2023. Livelli alti, che fanno ben sperare, grazie e soprattutto alla clientela straniera. La stessa che come ricordato da Giancarlo Carniani di Confindustria albergatori, è molto attenta alla sicurezza internazionale, minacciata oggi dal conflitto palestinese.
"Le alte performance sono state trainate dal mercato americano – spiega – e d’inverno questo diminuisce. Ci aspettiamo una stagione normale, leggermente sotto i livelli del 2019". E sul periodo natalizio Carniani non si attende particolari impennate. Il motivo? La clientela d’oltre oceano, come risaputo, è piuttosto ininfluente durante le feste: "Storicamente Firenze il pre Natale non spicca, ma i segnali e la tendenza sono di generale stabilità" dice, ricordando che a preoccupare non è tanto il Natale ma le sensazioni per il 2024. Che per ora restano buone, ma sono minacciate dall’ombra del conflitto Israelo-Palestinese: "Gli americani sono molto sensibili a questa guerra e qualcuno ha già disdetto– spiega – Incide direttamente sul loro spirito di viaggio. Essendo loro a guidare il mercato, è una situazione da tenere d’occhio": conclude, ricordando che ancora la componente cinese non è ripartito del tutto.
Ma non solo alberghi oggi anche gli affitti brevi sono una parte integrante del sistema di accoglienza turistica fiorentina. E come confermato da Francesco Martini, gestore da cinque anni di tre appartamenti (uno a Ponte Vecchio, uno in Sanfrediano e uno in Sansovino) nel periodo natalizio i clienti americani vengono sostituiti dagli italiani: "Per le Feste prenotano soprattutto connazionali, in genere si fanno da due a tre notti in città – spiega – E’un classico. Le sensazioni sono buone, un po’ di movimento c’è, mi aspetto dei livelli in linea con lo scorso anno".