REDAZIONE FIRENZE

Nuove nomine, la guerra delle toghe Creazzo e Viola fanno ricorso al Tar

Il procuratore e il pg contestano l’assegnazione di Prestipino alla guida dei sostituti romani Alla base della decisione il presunto mancato rispetto delle norme e dei titoli accumulati in carriera

Torna in discussione la nomina di Michele Prestipino Giarritta a procuratore capo di Roma, decisa il 4 marzo dal plenum del Csm prima dell’affaire-Palamara, espulso da Anm dopo lo scandalo delle chat e delle intercettazioni sulla girandola delle nomine ai vertici degli uffici giudiziari.

E ci torna per effetto di due azioni legali – altrettanti ricorsi al Tar Lazio – avviate da due magistrati fiorentini, il procuratore generale presso la Corte d’Appello Marcello Viola e il procuratore capo Giuseppe Creazzo, superati nella corsa alla importantissima poltrona di Piazzale Clodio, per la successione di Giuseppe Pignatone. Il primo ricorso al tribunale amministrativo regionale laziale è stato presentato da Creazzo, Viola ha riflettutto fin quasi alla scadenza del termine utile. Né Creazzo né Viola hanno però voluto commentare l’iniziativa. In tesi, con la nomina di Prestipino sarebbe stata violata la normativa in quanto è stato scelto un candidato con meno titoli. Viola – secondo alcune fonti – invoca l’illegittimita’ del provvedimento dopo che inizialmente la commissione incarichi direttivi del Csm aveva indicato Viola. La designazione del pg fiorentino era avvenuta il 23 maggio 2019, in quanto ritenuto da alcuni esponenti delle correnti "il candidato migliore", perché ’ non legato a procuratore uscente, Pignatone. Una designazione, insomma, all’insegna della discontinuità. Poi le notizie su una cena di alcuni consiglieri Csm con l’ex presidente Anm Luca Palamara e gli ex sottosegretari Luca Lotti e Cosimo Ferri. E lo stop alla candidatura-Viola. Adesso il Pg (assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia) sostiene la contraddittorietà della decisione del Csm. "Da un lato – scrivono i legali – il Csm ha ammesso il ‘mancato coinvolgimento’ di Viola rispetto al procedimento di Perugia (su Palamara, ndc) e come Viola fosse ’parte offesa rispetto alle macchinazioni o aspirazioni di altri’. Nel ricorso si farebbe poi accenno a errori nel ritenere "prevalente il profilo di Prestipino che ha svolto funzioni solo semidirettive: Aggiunto alle Procure di Reggio Calabria e di Roma, a fronte delle funzioni direttive svolte da Viola, procuratore a Trapani e ora a Firenze". Esperienze di lotta alla mafia comprese.

giovanni spano