REDAZIONE FIRENZE

San Donato a Novoli, una mostra racconta la trasformazione del quartiere

L’esposizione, a cura dell’Università di Firenze, è stata inaugurata alla biblioteca delle Oblate. L’iniziativa, in collaborazione con il Comune, è uno dei risultati del progetto europeo “Deep Cities”

Piazza Ugo di Toscana, cuore del nuovo quartiere San Donato

Firenze, 31 marzo 2022 - Uno scorcio del parco di San Donato “catturato” dalle lenti di un un paio di occhiali da sole, la targa a Enrico Rigacci che si riverbera sullo specchietto retrovisore di un’auto in sosta, piazza Ugo di Toscana, cuore del quartiere San Donato, vista attraverso un calice di vino rosso.

Si intitola “Riflessi di beni culturali e pianificazione urbana” la mostra fotografica inaugurata stamani alla biblioteca delle Oblate su iniziativa del dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze in collaborazione con il Comune di Firenze (via dell'Oriuolo, 24. Orari di apertura: lunedì dalle 14 alle 19, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19, sabato dalle 10 alle 19, domenica chiuso). 

 La mostra – che prosegue nel vicino Archivio Storico Comunale via dell' Oriuolo 33/35 e rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 21 aprile, – è uno dei risultati del progetto triennale europeo Deep Cities che, partendo da una mappatura delle trasformazioni materiali (edifici, strade, monumenti) e immateriali (pratiche sociali e percezioni della comunità locale) di cinque quartieri di altrettante grandi città - Novoli San Donato a Firenze, Tukthusgården a Oslo (Norvegia), Woolwich a Londra (Regno Unito), Canongate a Edimburgo (Regno Unito), Sant Andreu de Palomar a Barcellona (Spagna) – punta a restituire un patrimonio di conoscenze e di valori sociali ai decisori pubblici e privati chiamati ad esaminare cosa debba essere conservato per il futuro della città e dei suoi abitanti. 

L’esposizione si compone di dieci foto di vario formato che raccontano la trasformazione urbana del quartiere e la percezione della sua comunità.  “L’area di Novoli ha conosciuto un rapido cambiamento, ma ha una storia millenaria – spiega il curatore della mostra Michele Nucciotti, docente di Archeologia cristiana e medievale dell’Università di Firenze e responsabile scientifico italiano del progetto “Deep Cities” -. Molte tracce materiali del passato sono nascoste da trasformazioni urbane risalenti ad epoche diverse che, oltre ad avere un significato storico e tangibile, rappresentano valori individuali e collettivi di cui la mostra vuol dare conto”.