
Note, ironia e Livorno Tutto quanto fa Bobo
"Sul palco bisogna stare bene se si vuol far star bene il pubblico: è un’esperienza unica e sempre diversa da condividere con chi ti è più vicino". Un po’ poeta, un po’ guascone, Bobo Rondelli continua a vivere un’invidiabile giovinezza artistica e a confermarsi storyteller di classe: i suoi brani hanno il dono di suonare bene e colpire al cuore più generazioni. Per rispettare le variegate sonorità del suo repertorio il cantautore, attore e performer labronico avrà al suo fianco stasera alle 21 all’Ultravox, lo spazio estivo del Parco delle Cascine, a Firenze. gli amici di sempre: Claudio Laucci al piano e alle tastiere, Simone "Bimbo" Soldani alla chitarra e Simone Padovani alle percussioni. Una formazione ideale per riproporre i suoi "ciuchi di battaglia" - come il cantautore labronico ama definire le canzoni più conosciute e amate dal pubblico - da "Per amor del cielo" a "Sabrina", da "Ho picchiato la testa" a "Madame Sitrì".
Ci sarà anche ovviamente spazio per proporre in anteprima qualche nuovo pezzo e magari per una selezione di cover, pescando qua e là nella storia della musica italiana. Anche se ha appena compiuto 60 anni, Bobo si sente vivo come non mai. Il suo è un percorso unico e inimitabile, fatto di musica e parole, teatro e cinema, risate e pianti nelle piazze più sconfinate come nei piccoli paesi, in teatri importanti e osterie dimenticate, vicino alla sua Livorno, ma non necessariamente. "Non mi sento un poeta, sono un artigiano, un raccatta storie. Racconto la gente normale, con i suoi problemi".
Giovanni Ballerini