Nonno violentò la nipote Condannato a 12 anni

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"Non ho potuto sentire il racconto della vittima in aula, ma ascoltando la sua voce sui nastri registrati, ho percepito il suo autentico dolore" ha detto il pm durante la sua requisitoria. E un addetto alle pulizie in vari condomini della città, un nonno oggi 66enne, è stato condannato per violenza sessuale aggrava, vittima la nipote, a 12 anni di reclusione, a fronte degli 8 anni richiesti dal pubblico ministero. Contestata anche l’aggravante dell’"abuso di relazione di ospitalità e di coabitazione" peraltro "approfittando dei luoghi e delle condizioni della minorenne – all’epoca ancora entro i 14 anni di età – e di lei, ostacolata nella difesa, privata e pubblica".

Il giudice ha anche posto a carico dell’imputato una serie di divieti, tra quasti anche quello di avvicinarsi alle scuole. E ha disposto un risarcimento alla vittima di 100mila euro, non come provvisionale peraltro.

Questo caso di ’iniziazione’ malata parte da lontano, quando la ragazzina di anni ne aveva appena undici-dodici.

Lei e i famigliari andavano a trovare i nonni materni. Lui cominciò approfittando di alcuni momenti fuggevoli, estemporanei, tipo un incrocio con la nipote in corridoio.

La sfiorava, la importunava, la toccava – fugacemente, ma in modo palese, insistente – da sopra i vestiti. E ogni volta era di più e peggio. Lei non riusciva a reagire, sopraffatta dalla situazione.

Non è stato facile per la vittima oggi 23enne, sporgere denuncia assistita dall’avvocatessa Elena Baldi di Pistoia. Più volte in questi anni avrebbe detto tra l’altro di non credere nella giustizia.

E il dover rivivere in sede giudiziaria quegli ’atti’ per lei significava un po’ rinnovare il dolore. Il trauma di una sessualità, di una vita sessuale condizionate. Un trauma difficile da superare.

Capitava alla ragazza di subire queste attenzioni morbose all’incirca ogni due-tre mesi. Ma capitava sempre. E sempre di più, nel senso che il nonno materno si spingeva più avanti nei suoi gesti turpi.

Fino a costringere la nipote a rapporti più intimi (mai completi però) in luoghi approssimativi. Anche l’ascensore, secondo quando è stato ricostruito in un processo che ha avuto un iter lungo e sofferto.

E quando si trovavano in casa da soli, che nessuno sospettava niente. O non è emerso alcunché in tal senso di penalmente rilevabile pur essendo stati gli episodi ripetuti nel tempo, a lungo.

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