REDAZIONE FIRENZE

"Non ho stipulato alcun patto per la cattedra"

Il primario di Ponte a Niccheri, Borgognoni, risponde alle domande del giudice. Chiesta la revoca della misura

FIRENZE

"Non ho stipulato nessun accordo, non ne avrei avuto bisogno". Si può riassumere così il non breve interrogatorio a cui si è sottoposto ieri mattina, davanti al giudice Antonio Pezzuti, il dottor Lorenzo Borgognoni, dirigente medico di chirurgia plastica ricostruttiva all’ospedale di Ponte a Niccheri, sottoposto la settimana scorsa a misura interdittiva (gli è vietata la partecipazione a concorsi) nell’ambito della vasta "cattedropoli" su cui indaga ormai da mesi la procura fiorentina.

Il suo legale, l’avvocato Gaetano Viciconte, ha chiesto al giudice la revoca della misura.

"Nella carta non c’è prova dell’accordo di cui è accusato Borgognoni -, non esiste una conversazione tra lui e il rettore. Borgognoni ha un curriculum di rilievo, non aveva bisogno di alcun patto per ottenere una cattedra".

Invece, il procuratore aggiunto Luca Tescaroli per Borgognoni aveva chiesto addirittura gli arresti domiciliari. Secondo la ricostruzione della procura, si sarebbe raggiunto un accordo tra lo stesso Borgognoni, ed altri due indagati: il rettore Luigi Dei (in questo procedimento non destinatario di richiesta di misura) ed Alessandro Innocenti (nei cui confronti il giudice ha rigettato la richiesta di misura interdittiva), chirurgo plastico che il 31 gennaio del 2020 ottiene la cattedra di professore associato alla facoltà di medicina di Careggi.

A monte di questo risultato, sempre secondo le ipotesi accusatorie, ci sarebbe stata una ’spartizione’. Borgognoni, inizialmente iscritto a quella procedura, avrebbe potuto guastare l’esito del concorso, che per gli investigatori era stato imbastito come un vestito su misura per Innocenti. Il primario di Ponte a Niccheri avrebbe accettato di ritirare la sua candidatura soltanto quando il rettore gli avrebbe bandito un nuovo concorso nel medesimo settore disciplinare.

In effetti, il 30 gennaio del 2020 (quando la prova del concorso poi vinto da Innocenti era già stata effettuata, senza il rinunciatario Borgognoni) l’Ateneo fiorentino ha pubblicato un bando per un altro posto a chirurgia plastica.

Concorso che poi, complice anche l’esplosione di "cattedropoli", non è andato avanti ed oggi è sospeso.

Nelle carte, ci sono intercettazioni che riportano parole “poco simpatiche“ all’indirizzo di Borgognoni, tacciato di voler rovinare un piano che, sempre secondo la ricostruzione della guardia di finanza, sarebbe stato ideato dall’ex dg Monica Calamai e proseguito dal suo successore Rocco Damone.

ste.bro.