
"Quando Monte Morello c’ha il cappello, fiorentino piglia l’ombrello" è uno dei proverbi più conosciuti a Firenze e avvisa di...
"Quando Monte Morello c’ha il cappello, fiorentino piglia l’ombrello" è uno dei proverbi più conosciuti a Firenze e avvisa di coprirsi con l’ombrello perché sta per piovere. I modi di dire e i proverbi sono brevi frasi della vita quotidiana che si tramandano di generazione in generazione e ci aiutano a capire come pensavano e parlavano le persone nel passato. La redazione dell’Associazione ha intervistato nonni, genitori e conoscenti per raccogliere informazioni sulla tradizione popolare. Tra i detti più famosi ci sono: "Bucaioli c’è le paste": le mogli chiamavano così i mariti che lavorano in Arno – i renaioli – all’ora di pranzo. "Piove, governo ladro": quando il governo della città mise la tassa sull’occupazione pubblica delle grondaie dei tetti, la gente cominciò a costruirle più strette e quando pioveva le persone si bagnavano. "Tu se’ più grullo della capra de’ pompieri": i pompieri avevano una capra che scappava dalla caserma e andava a cercare l’erba in piazza della Repubblica e in piazza della Signoria. "Meglio avè paura che buscanne": significa che la prudenza non è mai troppa. "Senza lilleri ’un si lallera": vuol dire che senza i soldi si fa poco. "Si fa come i’ Nardi che da presto fece tardi": significa che se perdi tempo a chiacchierare, a prendere decisioni o a prepararti, fai tardi. Il proverbio nasce da una rivolta fatta a Prato durante il Rinascimento da Bernardo di Andrea Nardi. "Brozzi (o Sesto), Peretola e Campi, Dio li fece e buttò via gli stampi": indica un giudizio negativo nei confronti delle persone che abitano in questi posti. E voi, ne conoscete altri?